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“un futuro che sembra come il passato” e’ il titolo di un servizio di jason HOROWITZ su “the new york times” dedicato al piu’ o meno volontario “ritorno all’agricoltura” degli italiani in conseguenza del coronavirus. “l’italia e’ diventata un paese industrializzato dopo la seconda guerra mondiale e non si e’ mai voltata indietro. ma il virus ha drasticamente riordinato la societa’ e le economie, bloccando i lavoratori stagionali nei loro paesi d’origine e intrappolando gli italiani che lavoravano nel commercio, l’entertainment, la moda e altri settori un tempo potenti”, scrive HOROROWITZ, spiegando che cosi’ il ritorno alla terra, da bizzaria riservata a pochi e’ diventata per molti una concreta possibilita’ di lavoro. l’articolo cita la ministra delle politiche agricole teresa BELLANOVA e il fatto che abbia detto l’agricoltura deve essere vista come “un settore in cui le nuove generazioni possono trovare un futuro”. HOROWITZ fa pero’ presente che massimiliano GIANSANTI, presidente di confagricoltura, avverte che molti degli interessati non hanno l’esperienza o la formazione necessaria. per questo confagricoltura ha organizzato voli, pagati dalle aziende agricole, per trasportare lavoratori agricoli dal marocco. ma ha potuto fare ben poco rispetto a quello che ha fatto la germania, dove il governo ha fatto in modo di assicurare l’ingresso di decine di migliaia di stagionali, sottolinea HOROWITZ.