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e’ stato pubblicato oggi il focus censis confcooperative “covid, da acrobati della poverta’ a nuovi poveri. la nuova frattura sociale”. gli “acrobati della poverta’” di cui si parla “hanno sempre guadagnato il minimo per sbarcare il lunario, ma il lockdown li ha messi ko”, sono le aree di fragilita’ gia’ acute in fase precovid: gli oltre due milioni di famiglie con almeno un componente che lavora in maniera non regolare, un milioni delle quali vivono esclusivamente di lavoro irregolare (sono il 4,1% sul totale delle famiglie italiane). un quinto ha minori fra i propri componenti, quasi un terzo e’ costituita da coppie con figli, mentre 131mila famiglie possono invece contare soltanto sul lavoro non regolare dell’unico genitore. dal rapporto emerge che durante i mesi di stretto lockdown, 15 italiani su 100 hanno visto ridursi il reddito del proprio nucleo familiare piu’ del 50%, mentre altri 18 italiani su 100 hanno subito una contrazione compresa fra il 25 e il 50% del reddito, per un totale di 33 italiani su 100 con un reddito ridotto almeno di un quarto. ancora piu’ drammatica la situazione fra le persone con un’eta’ compresa fra i 18 e i 34 anni, per le quali il peggioramento inatteso della propria situazione economica ha riguardato 41 individui su 100. per il futuro, il 49,2% degli italiani prevede una sostanziale invarianza del reddito rispetto a quello precedente il covid, ma il 47% considera probabile una contrazione (per il 7,0% superiore al 50%) e solo il 3,8% prevede un aumento. in particolare, fra i giovani, le attese negative salgono al 51,9%, mentre per le persone con un’eta’ compresa fra i 35 e i 44 anni la riduzione del reddito appare probabile nel 53,2% dei casi. per i lavoratori indipendenti e i liberi professionisti, la percentuale raggiunge invece il 72,1%. secondo il rapporto, il 55% della popolazione teme l’eventualita’ che si possano diffondere rabbia e odio sociale come conseguenze delle difficolta’ economiche. “il paese vede la sua competitivita’ ferma al palo dal 1995. abbiamo un’occupazione piu’ bassa della media europea. un deficit che e’ cresciuto di 20 punti e un pil che chiudera’ con un rosso a due cifre sfondando il tetto del 10%. abbiamo una geografia sociale ed economica del paese molto sbilanciata – dice maurizio GARDINI, presidente di confcooperative – con poco meno di 23 milioni di lavoratori, oltre 16 milioni di pensionati, 10 milioni di studenti (con una formazione che non e’ sempre d’eccellenza) e oltre 10 milioni di poveri”. “il problema non e’ il deficit, ma la capacita’ o meno di poterlo pagare. in merito al recovery fund – aggiunge maurizio GARDINI – subito risorse per politiche strutturali che tendano sia alla salvaguardia dell’attuale occupazione, ma soprattutto alla creazione di nuovo lavoro. solo rilanciando innovazione, competitivita’ e occupazione potremo far fronte ai debiti che abbiamo contratto, ridurre le diseguaglianze e costruire un modello di paese piu’ equo, piu’ sostenibile”. maggiori informazioni qui https://bit.ly/3ggYup2