FLOROVIVAISMO: CIA, PER IL 2 NOVEMBRE PUNTA SU SOSTENIBILITA’ COL RANUNCOLO, CALA L’EXPORT (-40%)

(riproduzione riservata)

“riparte all’insegna della sostenibilita’ il mercato floricolo italiano, che prova a rialzarsi dopo una primavera disastrosa e 1 miliardo di mancati introiti per il calo dei consumi e l’assenza di cerimonie di ogni tipo, determinati dell’emergenza pandemica”, afferma cia-agricoltori italiani, nel sottolineare che “le giornate dedicate ai defunti potrebbero dare una boccata d’ossigeno al settore florovivaistico, nella ricorrenza tradizionalmente piu’ importante per la commercializzazione del fiore reciso”. secondo cia-agricoltori italiani “si stimano acquisti green per 7 milioni di italiani, in linea con gli anni passati, mentre si e’ avvertita nelle ultime settimane una forte contrazione nell’export (-40%, stime: florovivaisti italiani), a seguito della seconda ondata di coronavirus che ha portato all’annuncio di nuovi lockdown in europa”. “il mercato interno sta puntando tutto sulla sostenibilita’ e vede protagonista di stagione il ranuncolo, fiore con un bassissimo impatto ambientale che fra i produttori nazionali sta soppiantando la rosa, importata ormai al 90% da kenya, etiopia e sud america”, spiega la cia, che “si augura che il buon esito delle vendite durante la commemorazione dei defunti faccia da apripista al tradizionale mercato delle stelle di natale (circa 10 milioni l’anno), senza incorrere in altri lockdown che determinerebbero un nuovo tracollo di consumi per il settore”. “la tipicita’ del ranuncolo e’ la grande resistenza e la capacita’ di svilupparsi in campo aperto, senza necessita’ di serre riscaldate o di costosi trattamenti chimici”, precisa la cia, nell’evidenziare che “tutto questo riduce i costi di produzione rispetto alla classica rosa e ne ha, cosi’, aumentato l’appeal fra floricoltori e consumatori, che trovano in questa variera’ un prodotto di alta qualita’ a un prezzo, anch’esso, sostenibile”. per cia “la media e’ fra 50 centesimi e 1,5 euro”. “il ranuncolo (ranunculus asiaticus) era detto fiore-ranocchio perche’ cresceva in prossimita’ degli acquitrini e giunse da oriente in europa all’epoca delle crociate, dopo essere stato introdotto da luigi IX di ritorno dalla terra santa”, continua la cia, nel precisare che “ne esistono diverse specie, che possono essere gialle, arancioni, rosse, rosa oppure bianche: dal millepetali al pratolino, al piu’ famoso success (o clone), che e’ addirittura un ibrido brevettato, caratterizzato dalle dimensioni maggiori del fiore”. “la liguria ha il primato nazionale nella produzione, se ne piantano ogni anno 10 milioni di bulbi su di una superficie di 100 ettari, altri 50 nel resto d’italia, localizzati fra il distretto di pistoia e il napoletano”, informa la cia. “caratteristico il processo di vernalizzazione nella sua coltivazione, con il bulbo che d’estate viene messo in celle frigorifere per essere, poi, messo in terra a settembre”, afferma la cia, nel precisare che “il rapido cambio di temperatura induce una fioritura accelerata, come in una primavera anticipata e li rende pronti per la commercializzazione”. “il florovivaismo rappresenta in italia il 5% della produzione agricola e si estende su una superficie di 30mila ettari, contando 21mila aziende (100mila addetti), di cui 14mila coltivano fiori e piante in vaso e 7mila sono vivai. il comparto vale circa 2,5 miliardi di euro”, conclude la cia.