RISORSE IDRICHE: ANBI, UN ANNO FA LE ALLUVIONI, QUEST’ANNO IL DEFICIT IDRICO

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“sono trascorsi 12 mesi dall’eccezionale ondata di maltempo, che colpi’ un po’ tutta l’italia, ma specialmente il savonese, in liguria ed il piemonte, dove causo’ molti danni per l’esondazione di alcuni fiumi (130 strade chiuse e 653 evacuati soprattutto nell’alessandrino e nel cuneese); oggi quegli stessi fiumi hanno portate in discesa e largamente inferiori allo scorso anno (il tanaro, ad esempio, raggiunse i 337 metri cubi al secondo ed oggi registra mc/sec. 53,6)”, afferma l’anbi-associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue sulla base del report settimanale dell’osservatorio anbi sulle risorse idriche, che ricorda come “anche l’andamento del fiume po sia ovunque sotto media e con portate piu’ che dimezzate rispetto allo scorso anno; i suoi bacini montani trattengono circa 851 milioni di metri cubi, cioe’ il 53% del volume massimo invasabile”. “stesso trend per i principali corsi d’acqua dell’emilia romagna (savio, secchia, trebbia, taro, reno), cosi’ come sono in calo i fiumi veneti, ad eccezione del piave”, continua l’anbi, nel precisare che “fra i grandi laghi fa eccezione la stabilita’ del garda, mentre lario, iseo e maggiore hanno livelli in decrescita”. “segnalano un deficit idrico rispetto ad un anno fa anche i fiumi della toscana (arno, serchio, sieve, ombrone), nonostante il mese di ottobre abbia registrato +45% di giorni piovosi e +38% di pioggia caduta sulle principali citta’ della regione; anche l’invaso del bilancino a monte di firenze, seppur in crescita, segna 920.000 metri cubi in meno rispetto ad un anno fa”, prosegue l’anbi. “scendendo lungo la penisola, non fanno eccezione i fiumi del lazio (tevere, liri-garigliano, sacco), i cui livelli sono largamente inferiori rispetto al 2019, mentre si stabilizzano quelli dei laghi di bracciano e nemi”, spiega l’anbi, che evidenzia: “anche in campania, nonostante alcune piogge e ‘bombe d’acqua’, i valori rilevati nei fiumi (volturno, sele, liri-garigliano) restano inferiori alle medie dell’ultimo quadriennio ed al 2019, quando novembre fu un mese di piogge persistenti”. “per quanto riguarda gli invasi, quello di piano della rocca sul fiume alento trattiene circa il 26% della sua capacita’, mentre il bacino di conza della campania sull’ofanto scende rispetto alla settimana scorsa e presenta un deficit consistente rispetto ad un anno fa, pari ad oltre 10 milioni di metri cubi d’acqua”, precisa l’anbi. “quanto registrato nel salernitano, dove violente piogge hanno danneggiato gli uliveti, e’ l’ennesima dimostrazione dell’estremizzazione degli eventi atmosferici, cui possiamo rispondere solo aumentando la resilienza dei territori attraverso il potenziamento delle infrastrutture idrauliche”, sottolinea francesco VINCENZI presidente di anbi, nel ricordare che “per questo, abbiamo trasmesso al governo un piano per l’efficientamento della rete idraulica, che prevede 858 progetti definitivi ed esecutivi, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro con un investimento complessivo di quasi 4 miliardi e 340 milioni di euro”. “si aggrava intanto la situazione idrica in basilicata dove, in una solo settimana, le riserve idriche sono calate di quasi 5 milioni di metri cubi, raggiungendo un deficit di oltre 47 milioni sull’anno scorso, quando i medesimi invasi invece crescevano di 6 milioni di metri cubi a settimana”, rileva l’anbi, nell’evidenziare che “se gli invasi lucani continuano, comunque, a contenere quasi 141 milioni di metri cubi d’acqua, va verso il profondo rosso, la situazione idrica in puglia, i cui bacini trattengono ormai meno di 47 milioni di metri cubi, con un deficit di oltre 76 milioni sul 2019”. “la situazione, che stiamo registrando soprattutto nelle regioni del sud non solo e’ preoccupante per l’economia agricola e l’equilibrio ambientale, ma accentua il rischio idrogeologico di territori gia’ fragili, poiche’ suoli inariditi hanno ridotta capacita’ di assorbimento per eventi piovosi, la cui violenza e’ accentuata dai cambiamenti climatici”, conclude massimo GARGANO, direttore generale di anbi.