URBAN FISHING: ANBI, CONSORZI BONIFICA GUIDANO METAMORFOSI DEI FIUMI URBANI, L’ESEMPIO DI FIRENZE

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“sono chiamati ‘streeters’, in gran parte giovani, di cui propongono l’abbigliamento trendy: sono gli appassionati dell”urban fishing’, disciplina di derivazione anglosassone che, nel rispetto delle normative anti-covid, sta imponendosi in italia, grazie alla manutenzione idraulica, svolta dai consorzi di bonifica anche all’interno dei centri abitati”, informa l’anbi-associazione nazionale de consorzi per la gestione e la tutela del territorio e della acque irrigue. “non e’ un caso che ‘guru’ della nuova pratica sia un restauratore fluviale britannico, theo PIKE, autore del libro ‘trout in dirty places’, in cui indica 50 luoghi nel regno unito, dove e’ possibile pescare le trote a pochi passi da un centro urbano”, prosegue l’anbi, che precisa: “gli ‘streeters’ italiani praticano la pesca in modi diversi: dall’ultralight destinato a pesci di media pezzatura fino a sessioni piu’ impegnative mirate a grossi predatori ittici”. “obbiettivo comune: dimostrare che i fiumi urbani non sono solo scarichi di liquami, ma luoghi da vivere”, spiega l’anbi. “se adria, nel polesine, e’ la ‘capitale’ dell’urban fishing italiano, e’ il torrente mugnone, che scorre a firenze, l’immagine emblematica della metamorfosi possibile, grazie alla ‘manutenzione gentile’, qui operata dal consorzio di bonifica 3 medio valdarno”, sottolinea l’anbi. “il corso d’acqua attraversa quartieri popolosi e ha subito in anni recenti una radicale riqualificazione: sponde ed argini ben curati e sfalciati piu’ volte all’anno con passaggi primaverili, che rispettano la fascia vegetata a contatto dell’acqua per la riproduzione di molte specie fluviali; nuovi percorsi di servizio, utili anche per una passeggiata rilassante; nuove sistemazioni idrauliche, che hanno permesso di rallentare il flusso d’acqua proprio sotto i ponti, creando zone ombreggiate ideali per il rifugio e la riproduzione di pesci ed anfibi, migliorando l’intero ecosistema”, evidenzia l’anbi. “la pesca urbana (www.streetfishingitalia.it) richiede poche attrezzature e la sua vicinanza all’abitato offre molti vantaggi, perche’ ‘non c’e’ niente di piu’ rilassante che entrare in un fiume alla fine di una giornata in ufficio e se riesci a guadare il tuo ruscello locale a pochi minuti dalla tua scrivania e passare una serata a pescare una mosca secca; e’ incredibilmente rilassante'”, continua l’anbi, nel precisare che “negli anni anche l’atteggiamento dei pescatori e’ cambiato, puntando piu’ sull’aspetto ricreativo e meno sulla cattura del pesce, restituendolo alle acque”. “c’e’ ancora molto da fare; l’esperienza fiorentina dimostra pero’ che ci si puo’ riuscire”, afferma francesco VICENZI, presidente di anbi, che sottolinea: “e’ indispensabile la collaborazione di tutti i soggetti, che insistono sul corso d’acqua, ad iniziare dal contrasto agli scarichi abusivi”. “il miglioramento dei fiumi urbani ha importanti risvolti non solo sociali, ma anche economici, creando nuovi luoghi di attrazione per il benessere della comunita’”, aggiunge marco BOTTINO, presidente del consorzio di bonifica 3 medio valdarno. “e’ una sfida, che e’ ormai patrimonio diffuso dei consorzi di bonifica italiani, secondo i moderni criteri dell’ingegneria naturalistica ed ambientale”, evidenzia BOTTINO. secondo massimo GARGANO, direttore generale di anbi, “i centri urbani devono riappropriarsi di un corretto rapporto ambientale con i corsi d’acqua, troppo spesso costretti dentro argini innaturali”. “per questo, ribadiamo la necessita’ di un piano nazionale di invasi medio-piccoli e multifunzionali, comprendente anche aree di laminazione delle piene, da posizionare ai confini dei grandi agglomerati urbani per evitare che alvei cementificati o tombati risultino insufficienti di fronte all’estremizzazione degli eventi meteo, conseguenza della crisi climatica”, conclude GARGANO.