FOTOVOLTAICO: VINCENZI (ANBI), DA CONSORZI RINNOVABILE PER AGRICOLTURA A CONSUMO ZERO TERRITORIO

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“da anni i consorzi di bonifica ed irrigazione sono impegnati nella produzione di energia rinnovabile anche solare, contribuendo al raggiungimento del fabbisogno nazionale, ma soprattutto con l’obbiettivo di migliorare i bilanci degli enti, diminuendo l’onere contributivo a carico dei consorziati ed incrementando cosi’ anche la redditivita’ delle imprese agricole. il tutto senza occupare terreni coltivabili, ma utilizzando le superfici degli impianti idraulici’: e’ con questo esempio che francesco VINCENZI, presidente dell’associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue-anbi, si schiera cosi’ contro la possibile proliferazione di ‘campi solari’ a terra in una battaglia che vede impegnati larghi settori dell’opinione pubblica, nel merito ricorda presa di posizione di federconsumatori”, rende noto l’anbi. “la nostra non e’ solo una battaglia di principio, ma una concreta scelta di efficienza”, sottolinea VINCENZI. “attualmente sono 76 gli impianti fotovoltaici, gestiti da consorzi di bonifica ed irrigazione, capaci di produrre circa 2 milioni di kilowattora all’anno; a cio’ vanno aggiunti 244 impianti idroelettrici, che annualmente producono 495 milioni di kilowattora; sono quantitativi certo non risolutivi del fabbisogno energetico ‘green’ del paese, ma contribuiscono, in una logica di sostenibilita’, all’economia del settore agroalimentare, che vale 538 miliardi di euro e garantisce 3.600.000 posti di lavoro”, precisa l’anbi. “inoltre la ricerca applicata, sviluppata dai consorzi di bonifica ed irrigazione, ha portato alla sperimentazione dei pannelli solari galleggianti, utilizzabili sia in piccoli bacini aziendali che su porzioni di grandi superfici lacustri”, spiega massimo GARGANO, direttore generale di anbi, nel sottolineare che “i test ne hanno confermato la funzionalita’, registrando come la minore esposizione al sole, conseguenza della posizione orizzontale dei pannelli appoggiati su una superficie idrica, sia compensata dalla maggiore rifrazione e dal minore surriscaldamento, dovuti alla vicinanza con l’acqua; senza contare l’annullamento dell’impatto visivo, cosi’ penalizzante la bellezza del territorio italiano”.