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“il piano triennale contro il caporalato da oggi ha uno strumento in piu’ per essere attuato. la sigla del protocollo e’ importante per noi perche’ dopo aver contribuito al lungo lavoro di redazione e progettazione di quel piano, approvato a inizio 2020, era urgente rilanciarlo guardando agli obiettivi concreti da raggiungere soprattutto sui territori maggiormente colpiti”, afferma il segretario generale della fai cisl, onofrio ROTA, a margine della sigla, presso il viminale, del protocollo per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato. a siglare l’intesa, con i sindacati – precisa fai cisl – i ministri dell’interno luciana LAMORGESE, del lavoro andrea ORLANDO, delle politiche agricole stefano PATUANELLI, con il presidente del consiglio nazionale di anci, enzo BIANCO, e il presidente di coldiretti ettore PRANDINI. “il ruolo delle parti sociali e’ determinante per attuare il piano triennale in tutti i suoi aspetti, andando oltre la mappatura del fenomeno del caporalato e incidendo concretamente sul miglioramento del mercato del lavoro agricolo, puntando su emersione del lavoro nero, contrattualizzazione, valorizzazione degli enti bilaterali territoriali, crescita della rete del lavoro agricolo di qualita’, alla quale sono iscritte soltanto quasi 5mila imprese. servono interventi urgenti soprattutto laddove i ghetti continuano a crescere, luoghi in cui si concentrano, oltre allo sfruttamento, anche varie altre tipologie di reato”, prosegue il sindacalista. “la sigla del protocollo giunge poco dopo la storica approvazione in europa della clausola sociale nella nuova pac, per cui ci batteremo adesso per stipulare un ulteriore protocollo nazionale con cui attuare nel nostro paese le nuove norme, finalizzato a una concreta condizionalita’ che leghi i finanziamenti europei all’applicazione dei contratti e al rispetto dei lavoratori. ma serve al contempo anche un’azione concertata con la grande distribuzione per istituire prezzi agricoli anticaporalato, cosi’ come accaduto nel settore bancario con i criteri antiusura, con azioni mirate che tutelino i lavoratori e le produzioni made in italy dalle speculazioni e dal dumping sociale”, conclude ROTA.