CAPORALATO: CIA, PARTE IL PROGETTO “RURAL SOCIAL ACT” CON 30 PARTNER PER CONTRASTARE IL FENOMENO

(riproduzione riservata)

“puntare sull’agricoltura sociale come modello vincente per prevenire e contrastare il fenomeno del caporalato, arginare le agromafie e promuovere processi virtuosi di inclusione e re-inserimento socio-lavorativo dei migranti, attraverso la creazione e il potenziamento di una rete nazionale di collaborazioni multisettoriali e integrate tra mondo agricolo, servizi sociosanitari, settore della formazione e dell’accoglienza. questo l’obiettivo generale del progetto ‘rural social act’, presentato a roma nell’auditorium ‘giuseppe avolio’ di cia-agricoltori italiani. il progetto – che si inserisce nel piano triennale di contrasto al caporalato, in attuazione della legge 199/2016, finanziato dal fondo fami e dal ministero del lavoro, supportato dal forum nazionale agricoltura sociale – vede cia come capofila, insieme a 30 partner, tra reti nazionali, cooperative, consorzi, ong e associazioni (qui la lista completa: https://www.ruralsocialact.it/governance/ ). tutti uniti per attivare politiche e azioni comuni contro il lavoro nero, promuovendo la rete del lavoro agricolo di qualita’ e valorizzando il ruolo dell’agricoltura sociale, come esempio di sviluppo territoriale che unisce sostenibilita’ economica e legalita’, inclusione, qualita’, capace di contrastare il caporalato e arginare le agromafie, sviluppando filiere etiche e innovative forme di distribuzione”, informa un comunicato di cia. a presentare il progetto “rural social act” sono stati: corrado FRANCI, coordinatore nazionale rural social act; ilaria SIGNORIELLO, coordinatrice scientifica rural social act; paola BERBEGLIA, coordinatrice tecnica rural social act; salvatore STINGO, presidente agricoltura capodarco – comunicazione e disseminazione rural social act; claudia MERLINO, direttore generale cia-agricoltori italiani. “‘rural social act’ sara’ attivato in 12 regioni del centro-nord (valle d’aosta, liguria, lombardia, piemonte, trentino-alto adige, friuli-venezia giulia, veneto, emilia-romagna, toscana, umbria, marche, lazio) e 17 saranno le aree territoriali in cui verranno istituite le unita’ mobili, che agiranno insieme agli sportelli informativi di cia, per favorire l’emersione e la presa in carico di persone in condizioni di sfruttamento lavorativo, offrendo supporto e consulenza alle vittime del caporalato, grazie a una equipe multidisciplinare (mediatore linguistico-culturale, agente di sviluppo territoriale, operatore sociale). previsti, quindi, percorsi di formazione per operatori e mediatori, con l’aggiornamento delle competenze in materia, e laboratori di occupabilita’ per i migranti, incrementando le conoscenze in ambito agricolo e consolidando le buone prassi di agricoltura sociale. le aspettative concrete, nell’immediato, sono di 240 cittadini di paesi terzi coinvolti nel progetto direttamente e mille indirettamente, 150 imprese agricole impegnate sui territori e 100.000 persone raggiunte con la rete di collaborazione tra i partner, che sono stati scelti proprio per la loro capacita’ di essere trasversali e complementari in termini di competenze e di saperi”, informa ancora la cia. “promuoviamo modelli virtuosi e pratiche leali che non prevedono alcun tipo di sfruttamento, favorendo il rafforzamento dell’agricoltura sociale come modello di sviluppo territoriale sostenibile ed etico. contestualmente, vogliamo coinvolgere l’opinione pubblica, accrescendo la consapevolezza dell’importanza delle scelte di acquisto del singolo consumatore per contrastare il caporalato e rafforzare reti e filiere agroalimentari eque, controllate e inclusive”, ha detto il coordinatore nazionale di rural social act, corrado franci. “il valore aggiunto di questo progetto sta in tre aspetti fondamentali. prima di tutto il metodo, sviluppando un approccio multifunzionale e multistakeholder, che e’ indispensabile per ottenere risultati in questo campo. secondo aspetto la tempistica, vale a dire un anno, che richiede azioni concrete e incentivi. terzo aspetto l’obiettivo del progetto, cioe’ il contrasto al fenomeno del caporalato, che si fa sostenendo i lavoratori ma anche le aziende agricole sane, che sono la maggioranza, e che ogni giorno si fanno carico di una parte di responsabilita’ sociale garantendo un lavoro giusto e dignitoso, nonostante il contesto complesso, segnato da un aumento esponenziale dei prezzi delle materie prime, concorrenza sleale, effetti dei cambiamenti climatici”, ha aggiunto la direttrice generale di cia, claudia MERLINO. “la governance multilivello di ‘rural social act’, che dopo il lancio di oggi continuera’ la sua campagna di comunicazione attraverso 12 seminari territoriali, sara’ affidata a una vera e propria cabina di regia nazionale, che comprende cia-agricoltori italiani, crea-consiglio per la ricerca in agricoltura, agricoltura capodarco, cnca-coordinamento nazionale comunita’ di accoglienza; consorzio idee in rete; crea onlus e nco-nuova cooperazione organizzata”, conclude il comunicato.