PREZZI: TARTUFO BIANCO, COLDIRETTI, CON MALTEMPO QUOTAZIONE SCHIZZA A 4000 EURO/KG

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“dal maltempo non solo danni con il prezzo del tartufo bianco che ha raggiunto all’inizio della raccolta i 4000 euro al chilo per le pezzature superiori ai 50 grammi per effetto della lunga siccita’ che ha frenato le nascite del pregiato tubero”, afferma la coldiretti sulla base di una propria analisi “in occasione dell’allerta della protezione civile in 8 regioni vocate per la raccolta, dalle marche alla calabria, dall’umbria al molise, dall’abruzzo alla toscana fino al lazio”, precisa la coldiretti. “si tratta di quotazioni record, pari anche al doppio di quelle delle annate piu’ favorevoli, fatte registrare alla borsa del tartufo bianco di aqualagna, la prima ad indicare i valori della nuova stagione”, sottolinea la coldiretti, che spiega: “a far innalzare il prezzo sono state le condizioni climatiche avverse segnate da un lungo periodo di assenza di precipitazioni perche’ il tuber magnatum pico si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione”. “l’arrivo della pioggia, se non ci saranno manifestazioni violente, fa dunque sperare cercatori e appassionati che affollano le mostre, le sagre e le manifestazioni dedicate al tartufo che coinvolge in italia circa 200.000 raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti, per un business stimato attorno al mezzo miliardo di euro, tra fresco e trasformato”, aggiunge la coldiretti. “la ricerca dei tartufi praticata gia’ dai sumeri svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunita’ locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore”, evidenzia la coldiretti. “il tartufo e’ un fungo che vive sotto terra ed e’ costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi”, precisa la coldiretti, che spiega: “nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si e’ sviluppato. la forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presentera’ piu’ liscio, se compatto, diventera’ nodoso e bitorzoluto per la difficolta’ di farsi spazio”. “i tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina il bianco (tuber magnatum pico) va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti e per quanto riguarda i vini va abbinato con i grandi vini rossi”, conclude la coldiretti.