FILIERA VINO: SECONDO UNO STUDIO CENSIS-ALLEANZA COOPERATIVE NEL 2022 EXTRACOSTI PER 1MLD E 100 MLN

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un’analisi del censis per alleanza delle cooperative ritiene che il 2022 vedra’ extracosti per la filiera vitivinicola superiori a 1,1 miliardi di euro a causa dell’incremento delle quotazioni dell’energia e delle materie prime, intaccando la redditivita’ delle imprese e potenzialmente compromettendo anche la capacita’ competitiva sui mercati internazionali. i dati sono stati presentati oggi durante una conferenza stampa dal presidente dell’alleanza delle cooperative agraoalimentari giorgio MERCURI e da luca RIGOTTI, coordinatore vino dell’alleanza, alla vigilia di vinitaly durante il quale alleanza delle cooperative allestira’ vivitecity, un’enoteca in citta’ aperta a cittadinanza a turisti. MERCURI ha fatto notare come ai costi gia’ aumentati vadano ora aggiunti quelli che dovranno essere sostenuti nella nuova campagna vendemmiale. le politiche europee non sostengono abbastanza il settore del vino mentre i concorrenti come spagna e francia hanno costi dell’energia piu’ bassi. a giudizio di MERCURI, questo scenario impone una modifica sia del piano nazionale strategico messo a punto alla fine del 2021 sia del pnrr. il presidente dell’alleanza delle cooperative agricole ha chiamato in causa gli errori strategici fatti a livello europeo che hanno portato ad allontanare il vecchio continente dall’autosufficienza alimentare puntando tutto sull’ambiente. RIGOTTI ha denunciato, fra l’altro, carenze nell’approvvigionamento di bottiglie di vetro tale da far correre il rischio di una fuoriuscita dal mercato per alcune aziende. “fatico a pensare a contenitori diversi per il vino, anche se molti acquirenti li chiedono, ma nel decreto etichettatura sarebbe opportuna un’apertura sui contenitori diversi dal vetro”, ha dichiarato. RIGOTTI ha anche spiegato che “il fatturato 2021 della filiera e’ di 13,6 miliardi di euro; applicando a questo dato la quota del 78,4% dei consumi intermedi necessari alla produzione, si determina il valore dei consumi intermedi della filiera in 10,7 miliardi per il 2021. utilizzando la variazione dei costi di produzione del prodotto vino fra febbraio 2021 e febbraio 2022, pari al 10,5%, il valore attuale dei consumi intermedi raggiungerebbe il livello di 11,8 miliardi di euro. la differenza, in termini assoluti, e’ pari a 1.124 milioni di euro, che esprime un carico aggiuntivo sulla redditivita’ delle imprese che inevitabilmente andra’ a erodere i loro margini, compromettendone anche la capacita’ competitiva sui mercati internazionali”. secondo i dati diffusi oggi, all’incremento dei costi di produzione contribuiscono in modo sostanziale le componenti dei prodotti energetici, che hanno fatto segnare tra febbraio 2021 e febbraio 2022 un +31,4% medio annuo, con un incremento dei carburanti pari al 38,3%, dell’energia elettrica del 16,7% e dei lubrificanti addirittura del 70%. fra i fattori produttivi utilizzati nella coltivazione, fertilizzanti e concimi hanno visto crescere il livello del 32,3%. anche i materiali impiegati per il confezionamento e l’imballaggio hanno subito aumenti che inevitabilmente si rifletteranno sul prezzo finale del vino. fra gennaio 2021 e gennaio 2022 – e quindi al netto degli effetti dovuti allo scoppio della guerra in ucraina – il prezzo alla produzione del vetro e’ cresciuto dell’8,5% e quello del sughero del 9,4%. sono invece compresi fra il 23 ed il 30% gli aumenti relativi alla carta e agli imballaggi. “l’incremento dei costi dell’energia e dei materiali di produzione testimonia la pesante situazione a cui da mesi sono sottoposte le imprese vitivinicole – ha osservato RIGOTTI – a cui si aggiunge un serio problema legato alla reperibilita’ e all’approvvigionamento dei materiali. e’ necessario trovare nuovi strumenti, sulla linea di quelli gia’ emanati dal governo, per cercare di mitigare gli effetti della crisi e non perdere ulteriori margini di competitivita’. inoltre, e’ necessario ed urgente che l’ue intervenga per mettere un tetto condiviso al prezzo dell’energia e del gas, valutando la possibilita’ di svolgere il ruolo di acquirente unico sul mercato”. dal lato della logistica, la filiera del vino si sta gia’ da mesi confrontando con uno scenario fortemente critico: nel trasporto aereo di merci gli aumenti hanno superato il 20% in dodici mesi mentre nel trasporto marittimo la crescita dei prezzi dei servizi ha raggiunto, sempre fra inizio 2021 e inizio 2022, il 36,2%. il fondo monetario internazionale ha calcolato, poco prima che scoppiasse la guerra in ucraina, che lo shock energetico e delle materie prime avrebbe compromesso l’1,3% del pil 2022 degli stati uniti e della francia, l’1,5% dell’area euro, fino a raggiungere il 3% per il regno unito e quasi il 5% per la spagna. la mancata crescita di questi paesi che rappresentano i principali partner economici della filiera italiana del vino rischia di intaccare gli ottimi risultati dell’export del prodotto nel 2021, soprattutto se si pensa che nell’ultimo anno gli stati uniti hanno aumentato le importazioni di vino italiano di oltre diciotto punti percentuali, la francia del 17,8%, la spagna del 17,2% e che nei paesi dell’euro l’export di vino italiano e’ cresciuto del 9,9%. nell’ambito piu’ circoscritto del vino, per quanto riguarda il vino venduto in russia – che nel 2021 aveva richiesto vino italiano per circa 150 milioni di euro, con un aumento della domanda superiore al 18% – ci sara’ sicuramente una rimodulazione delle vendite dovuta alla difficolta’ di pagamenti e transazioni riscontrate dalla imprese. il valore del vino importato dall’ucraina e’ pari a 55 milioni di euro, un mercato che aveva orientato la scelta di vino verso i nostri produttori, con un incremento degli acquisti pari a +30% (tab. 4) fra gennaio e marzo di quest’anno il prezzo del petrolio e’ passato da poco piu’ di 78 dollari a 118, con un incremento del 50,9% in poco piu’ di 60 giorni. se si torna a inizio 2021 la variazione e’ addirittura del 130,6%. il gas acquistato in europa costava 19 euro per mwh a gennaio dello scorso anno, per passare dodici mesi dopo a 78,50 e raggiungere la quota di 132 euro l’11 marzo scorso. il prezzo del carbone e’ quasi quintuplicato in un poco piu’ di un anno: da 133 dollari per tonnellata a 681 dollari dei giorni scorsi. solo fra gennaio e marzo il prezzo e’ quasi triplicato. il quadro che si e’ venuto a delineare implica conseguenze pesanti per le attesa di crescita nel 2022. nell’ultimo outlook, l’ocse ha stimato che l’effetto combinato dell’aumento dei prezzi di energia e materie prime fra il 24 febbraio (giorno d’inizio dell’aggressione russa) e il 9 marzo (giorno di pubblicazione dell’outlook), e dell’instabilita’ dell’area portera’ a una caduta della domanda globale dell’1,08%, dell’1,4% fra i paesi dell’euro e dello 0,88% negli stati uniti, con effetti ora non quantificabili sul lato degli scambi internazionali e delle esportazioni dei singoli paesi. in aggiunta, la condizione di ‘stagflazione’, mai piu’ sperimentata in occidente dagli anni 70, diverrebbe l’ipotesi piu’ probabile per descrivere il corso dei prossimi mesi in molti paesi, dato che l’inflazione e la corsa dei prezzi pesera’ ulteriormente sulle decisioni di spesa e di investimento. come abbiamo gia’ detto la mancata crescita di questi paesi che rappresentano i principali partner economici della filiera italiana del vino rischia di intaccare gli ottimi risultati dell’export del prodotto nel 2021″. le tabelle del rapporto sono disponibili qui https://bit.ly/36vBSlm.