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“21mila allevamenti rappresentativi di gran parte della produzione zootecnica nazionale, che garantiscono occupazione a 150.000 persone, sono a rischio per la recente proposta della commissione europea che in materia di emissioni equipara le piccole stalle agli stabilimenti industriali”, ha scritto il presidente della coldiretti ettore PRANDINI – rende noto la coldiretti – in una lettera inviata “al presidente del consiglio mario DRAGHI in riferimento alla revisione della direttiva 2010/75/ue finalizzata ad ampliare il campo di applicazione delle disposizioni in materia di emissioni industriali, estendendole sia all’allevamento bovino sia a nuovi allevamenti di piu’ piccole dimensioni in tal modo considerati alla stregua di stabilimenti industriali”, precisa la coldiretti. “si tratta di adempimenti che appesantiscono le condizioni degli allevamenti gia’ toccati dall’insostenibile aumento dei costi provocati dalla guerra in ucraina”, continua PRANDINI, secondo il quale “nel contesto dell’evidente emergenza sulla sicurezza e autosufficienza alimentare per l’italia e l’europa aperta dal conflitto ucraino-russo, si tratta di misure che penalizzano la produzione nazionale ed europea a favore delle importazioni da paesi extracomunitari (spesso realizzate senza reciprocita’ quanto a criteri sanitari, ambientali e sociali) e rischiano di porre una tassa indebita sui consumatori”. “cio’ appare paradossale, considerando che l’allevamento italiano, anche grazie all’impegno del governo sulla nuova frontiera dell’economia circolare e delle energie rinnovabili, continua a mantenere una posizione di primato in termini di sostenibilita’”, prosegue il presidente di coldiretti. “il sistema europeo, dal canto suo, e’ l’unico al mondo ad aver ridotto le emissioni di gas a effetto serra (del 20% dal 1990) e tale dato potrebbe diminuire ancora guardando all’esperienza italiana, in cui le emissioni costituiscono il 7,1% rispetto al totale”, evidenzia PRANDINI, nel precisare che “le potenzialita’ di miglioramento sono alla portata della nostra zootecnia puntando fin d’ora sulla gestione dei residui e sulla produzione di energia rinnovabile attraverso il biogas e il biometano”. “confidiamo nell’intervento del governo italiano, nella direzione gia’ assunta dal governo francese che detiene la presidenza di turno dell’ue fino a fine giugno, affinche’ nei prossimi passaggi dell’iter legislativo in parlamento ed in consiglio ue, la proposta della commissione sia profondamente rivista”, conclude PRANDINI.