CIA PADOVA, LO ZAFFERANO DELLA BASSA PADOVANA “BATTE” LA SICCITA’

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un comunicato stampa di cia padova rende noto che: “‘lo zafferano e’ una delle pochissime coltivazioni che non ha patito gli effetti della perdurante siccita’ dei mesi scorsi: una buona annata il 2022, per la coltura di nicchia della bassa. in tutta la provincia sono appena 3 gli ettari vocati a questa spezia, per un fatturato complessivo di qualche decina di migliaia di euro all’anno. il raccolto, che dura una ventina di giorni tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre, promette bene – sottolinea cia padova – d’altronde si tratta di una coltura che arriva dal medio oriente, nello specifico dall’iran, dove le temperature medie sono elevate e le precipitazioni piuttosto scarse’. ‘stando alle prime previsioni relative all’attuale annata agraria, con ogni probabilita’ i bulbi saranno leggermente piu’ piccoli del solito a motivo di terreni che sono rimasti aridi per lungo tempo; tuttavia, la qualita’ si prospetta ottima’, precisa la cia. cinzia GIRALDIN, titolare dell’azienda agricola ‘la saggezza della terra’ di monselice, una delle poche produttrici professionali di zafferano presenti nel padovano, spiega: ‘ad inizio ottobre sbocceranno i primi germogli. i nostri terreni, in parte sabbiosi, costituiscono l’habitat ideale per lo sviluppo di questa pianta. che, appunto, non ha bisogno di venire irrigata regolarmente’. oltre che come spezia, puntualizza GIRALDIN, ‘lo zafferano e’ utilizzato anche per realizzare particolari creme pasticcere, panne cotte, confetture e gelati. fra le tante proprieta’, e’ un anti-radicali liberi e quindi un buon anti-invecchiamento; serve pure per curare le patologie degli occhi’. per quanto riguarda la raccolta vera e propria, fa notare l’imprenditrice agricola, ‘al fine di non rovinare i pistilli, le operazioni vanno eseguite rigorosamente a mano, da addetti specializzati: questi sono quasi sempre donne poiche’ hanno le mani piu’ piccole e, di conseguenza, riescono a staccare piu’ facilmente i fiori, uno ad uno’. ‘la raccolta avviene all’alba, prima che gli stessi fiori si aprano, per preservarne il sapore e l’aroma. per produrre mezzo kg di zafferano sono necessari 80mila fiori e circa 500 ore di lavoro’, ricorda cia Padova. ‘questi numeri danno la cifra dell’enorme sacrificio e dedizione che stanno dietro a tale coltivazione’, conclude la donna. ‘l’agricoltura padovana non e’ fatta solamente di terreni a seminativo o di vitigni – sottolinea il presidente di cia padova, luca TRIVELLATO – siamo chiamati a valorizzare anche le coltivazioni locali di nicchia. ci sono delle aziende agricole del territorio che hanno la lungimiranza di sperimentare coltivazioni alternative, come lo zafferano. lo step successivo e’ farle conoscere al grande pubblico”‘.