INDICAZIONE ORIGINE: COLDIRETTI, BENE PROROGA ETICHETTATURA SALVA MADE IN ITALY

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“bene la proroga alla vigilia di natale delle etichette salva spesa made in italy con l’obbligo di indicare la provenienza dell’ingrediente principale dei prodotti in vendita, dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta. e’ quanto afferma la coldiretti nel commentare la firma dei ministri dell’agricoltura, sovranita’ alimentare e foreste, francesco LOLLOBRIGIDA , delle imprese e made in italy, adolfo URSO e della salute orazio SCHILLACI, al decreto interministeriale che proroga fino al 31 dicembre 2023 i regimi sperimentali dell’indicazione di origine come fortemente richiesto dalla coldiretti”. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che prosegue: “‘in questi giorni di festa chiediamo agli italiani di sostenere il consumo di prodotti alimentari made in italy per aiutare l’economia, il lavoro ed il territorio nazionale in un momento di difficolta” e’ l’appello lanciato dal presidente della coldiretti ettore PRANDINI, nel sottolineare l’importanza di ‘aiutare una filiera che vale 580 miliardi di euro, da’ lavoro a 4 milioni di persone in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 360mila locali della ristorazione’. una scelta garantita dal fatto che – continua PRANDINI – l’agricoltura italiana e’ leader europea per qualita’, sostenibilita’ e sicurezza alimentare con il primato ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialita’ dop/igp/stg riconosciute (396), 526 vini dop/igp e 5.450 prodotti alimentari tradizionali e con campagna amica la piu’ ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. la firma del decreto interministeriale sull’etichettatura di origine rappresenta un passo determinante – evidenzia coldiretti – per impedire che vengano spacciati come made in italy prodotti ingredienti di bassa qualita’ provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualita’ di quelli nazionali. l’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi e’ una battaglia storica della coldiretti ed e’ stata introdotta per la prima volta in tutti i paesi dell’unione europea nel 2002. in questo modo – spiega coldiretti – si garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa 3/4 della spesa, ma resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti. il provvedimento interministeriale risponde alle richieste di quell’80% di italiani che, secondo il rapporto coldiretti/censis, verifica in etichetta gli ingredienti di cui si compongono gli alimenti da acquistare. poiche’ nel quotidiano l’alimentazione e’ uno dei motori del benessere soggettivo, gli italiani sono sempre a caccia delle informazioni che rendono possibile per un determinato prodotto alimentare la tracciabilita’, intesa come la trasparenza su provenienze e connotati dei processi produttivi e distributivi. l’italia, che e’ leader europeo nella qualita’, ha infatti il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari dell’ue – aggiunge coldiretti – poiche’ in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilita’ con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei. una battaglia che – conclude coldiretti – si affianca a quella contro i cibi sintetici, dalla carne al latte, dai formaggi al pesce, nettamente rifiutati da oltre 8 italiani su 10 (84%) che, secondo l’indagine coldiretti/censis, sono contrari all’idea di cibi prodotti in laboratorio da sostituire a quelli coltivati in agricoltura”.