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a proposito dei dati istat sul commercio al dettaglio, che registrano per gennaio 2023 un aumento su base annua del 7,5% in valore e un calo del 4,4% in volume degli acquisti dei beni alimentari, la coldiretti sottolinea come questo abbia comportato, tra l’altro, una modifica delle abitudini di acquisto dei consumatori, spingendoli verso il il “cibo low cost” dei discount alimentari. “per difendersi dagli aumenti – spiega l’organizzazione – 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo un’analisi coldiretti/censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. le famiglie infatti – sottolinea la coldiretti – vanno a caccia dei prezzi piu’ bassi”. “le difficolta’ delle famiglie si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove piu’ di una azienda agricola su dieci (13%) e’ in una situazione cosi’ critica da portare alla cessazione dell’attivita’, ma ben oltre un terzo del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari”, afferma il presidente della coldiretti ettore PRANDINI che sottolinea l’esigenza di “raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’europa”. “nell’ambito del pnrr abbiamo presentato tra l’altro – precisa PRANDINI – progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con piu’ di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, universita’ e centri di ricerca coinvolti”. “un impegno che – conclude PRANDINI – ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una piu’ equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”.