CONFCOOPERATIVE CHIEDE A LOLLOBRIGIDA PATTO CON GOVERNO PER FILIERA AGROALIMENTARE 3 VOLTE ITALIANA

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il ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA e’ intervenuto oggi al consiglio nazionale della fedagripesca. il suo lungo intervento e’ stato piu’ volte applaudito. a lui il presidente della confcooperative maurizio GARDINI, che ha aperto l’incontro, ha chiesto che il governo faccia un patto con l’agroalimentare, di cui le cooperative rappresentano 1/4 del valore’, per salvare le eccellenze Made in Italy. un settore – ha spiegato GARDINI – che ormai da tempo fa proposte e non proteste e rappresenta una filiera “tre volte italiana”, per prodotto, produttori e territorio e che, in italia, paga le tasse. il presidente di fedagripesca carlo PICCININI ha chiesto al ministro sostegno affinche’ le banche tengano conto della peculiarita’ giuridica delle cooperative al momento di stilare il rating necessario per la concessione del credito e lo ha esortato a impegnarsi a bruxelles per fronteggiare la commissione ue nelle scelte che riguardano fitofarmaci, emissioni e pesca. proposte – secondo PICCININI da rigettare perche’ ideologiche. proposte, ha aggiunto, che si sono concretizzate anche per colpa di chi si e’ sottomesso alla narrazione ecologista. “‘in italia sono realizzati dalle cooperative: il 60% della produzione vitivinicola, il 70% di quella lattiero casearia, oltre il 40% di quella ortofrutticola e il 60% dell’avicunicola. e’ impensabile – ha detto GARDINI al ministro – competere nello stesso mercato con regole diverse. sono tanti i tarli che erodono la competitivita’ di un comparto che incide sul pil per il 15%: 1) il dumping e il lavoro nero, da un lato tante imprese che rispettano le regole dall’altro chi non lo fa; 2) la vertiginosa spirale inflattiva dei costi dell’energia e delle materie prime; 3) il mismatch la mancanza di figure professionali; 4) la farm to fork e le normative comunitarie in materia di sostenibilita’ che chiedono alle imprese inversioni di rotta troppo rapide senza misure di accompagnamento e mentre si regolamenta il mercato ue si importano prodotti agricoli da paesi dove si utilizza ancora il ddt; 5) il nutriscore verso cui ribadiamo la nostra ferma contrarieta’ perche’ banalizza e penalizza la dieta mediterranea; 6) per finire l’italian sounding che pesa per oltre 100 miliardi di euro, vale a dire il doppio del nostro export’. ‘il ripristino dell’utilizzo dei voucher e’ una misura adottata dal governo che va nella giusta direzione. le nostre cooperative danno lavoro a 530.000 persone, potrebbero assumerne altre 25.000, ma mancano molte figure professionali adeguate. solo nell’agricoltura – ha concluso GARDINI – alle nostre cooperative, che danno lavoro a 74.000 persone, mancano oltre 2.500 lavoratori tra raccoglitori semplici e qualificati’. “fino a poco tempo fa la preoccupazione principale delle cooperative – ha detto PICCININI – era valorizzare il prodotto dei propri soci e competere sul mercato: oggi invece si e’ aggiunto anche il problema di produrre e commercializzare facendo fronte a crescenti difficolta’ derivanti da scelte politiche comunitarie sull’alimentare e sulla pesca a dir poco ideologizzate. rischiamo di non riuscire piu’ ad assolvere alla nostra mission di promozione dello sviluppo economico e sociale specie nelle aree piu’ marginali del paese”. il presidente della federazione agricola di confcooperative, che associa oltre 3 mila cooperative agroalimentari e della pesca per un fatturato complessivo superiore a 32,6 miliardi, ha rivolto un appello al ministro affinche’ il dicastero da lui guidato “si faccia promotore di una posizione fortemente critica nei confronti delle ultime proposte normative della commissione europea in materia di riduzione dei fitosanitari e di riduzione degli imballaggi in plastica, cosi’ come quelle che tendono a penalizzare le filiere del vino e della carne, senza fare distinzione tra l’uso moderato e l’abuso di prodotti considerati dannosi per la salute. il ministero della sovranita’ alimentare – ha aggiunto PICCININI – e’ chiamato a tutelare con forza e decisione il nostro sistema agroalimentare da tutte quelle iniziative che prescindono da approfonditi studi di impatto sul sistema produttivo e che, senza tener conto del quadro di crescente difficolta’ in cui le nostre aziende si trovano ad operare, rischiano di avere conseguenze incalcolabili sulla sicurezza degli approvvigionamenti’. il presidente PICCININI ha proposto al ministro LOLLOBRIGIDA di orientare le risorse pubbliche destinate al settore agroalimentare a quelle specifiche realta’ produttive che investono sull’italia, generano indotto locale e vendono prodotti frutto di una filiera davvero tutta italiana. “a nostro avviso – ha spiegato il presidente – e’ auspicabile che almeno le risorse di competenza del ministero dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste vadano di fatto a premiare chi puo’ fregiarsi del brand made in italy, sfruttando gli strumenti di tracciabilita’ ad oggi disponibili per ascrivere il made in italy ai soli processi produttivi in cui l’origine italiana dei fattori della produzione sia garantita e certificata, a partire dalla materia prima fino ad arrivare alla trasformazione”. una rivendicazione, quella avanzata dalla cooperazione, che si fonda proprio ‘sulla rilevanza e sul ruolo che le cooperative rivestono nella costruzione e preservazione del patrimonio culturale ed economico del paese’. per il presidente PICCININI “un concetto cosi’ rilevante per la nostra economia e cosi’ prezioso per il tessuto agroalimentare italiano deve necessariamente essere valorizzato e assistito da interventi di politica economica destinati a chi puo’ realmente fregiarsi del brand made in italy.”.