Macfrut 2024: Cia, per rilancio settore frutticolo puntare tutto su
innovazione
Roma, 8 mag – Innovazione varietale, meccanizzazione e riduzione dei
principi attivi nel settore frutticolo. Questi i temi principali discussi
nell’ambito di “Innovazione in frutticoltura” l’iniziativa realizzata da
Cia-Agricoltori Italiani insieme al Crea nella giornata inaugurale del
Macfrut 2024. Il settore frutticolo ha vissuto una situazione estremamente
complessa in questi ultimi anni a causa degli eventi climatici estremi, che
hanno a dura prova la tenuta dei sistemi produttivi e della diffusione di
fitopatie sempre più difficili da contrastare. “L’innovazione è un tema
sempre più centrale nell’agricoltura italiana alla luce della grande sfida
che abbiamo di fronte, anche per ampliare gli spazi sui grandi mercati
internazionali, -ha esordito Cristiano Fini, presidente Cia- La riduzione
degli input chimici, in primis, rappresenta un contributo indispensabile
alla sostenibilità economica e ambientale delle aziende”. Allo stesso
tempo, per Fini è importante fare passi avanti anche nella meccanizzazione
per ridurre l’impatto del costo della manodopera, che è molto più contenuto
nei Paesi nostri competitor, offrendo loro un rilevante vantaggio rispetto
ai prodotti Made in Italy.
In merito alla meccanizzazione, è intervenuto anche il dirigente del Crea,
Alberto Assirelli, che ha ricordato come l’Italia sia all’avanguardia nella
produzione di macchinari agricoli di precisione, ma purtroppo, li destina
quasi tutti verso il mercato estero, soprattutto in Germania.
Sull’innovazione varietale in frutticoltura, alcuni esperti del Crea hanno
portato vari esempi sui recenti progressi fatti nei più importanti segmenti
produttivi. Gianluca Baruzzi si è focalizzato sulla fragola, dichiarando
che, ogni anno, 120 nuove varietà vengono immesse nel mercato. Particolare
interesse riscuotono quelle che si concentrano sul miglioramento della
consistenza e della conservabilità. E’ stata fatta assaggiare alla platea
anche una varietà selezionata dal Crea, con particolari caratteristiche
aromatiche. Di seguito, Mauro Bergamaschi ha portato il contributo sul
lavoro dell’Istituto sul miglioramento genetico del melo e sulle ben 20
varietà introdotte di recente, tali da rendere sempre più croccante e
succoso il frutto e pertanto più appetibile sul mercato. Altri caratteri
oggetto di valutazione, sono la resistenza ai patogeni, la nuova
colorazione della polpa e il calibro del frutto. Sugli agrumi, Marco Caruso
ha ricordato che possono necessari anche 20 anni per ottenere una nuova
varietà ed evidenziato l’efficacia del fast track con il coinvolgimento
diretto delle aziende agricole in OP per valutarne caratteristiche
distintive di interesse, come nel caso dei mandarini rossi senza semi.
Riccardo Velasco, infine, ha parlato dell’uva da tavola senza semi, dove
fino a poco tempo non c’erano programmi di miglioramento genetico specifici
nazionali e ha ripercorso le tappe del progetto Nuvaut – significativo
esempio di collaborazione fra pubblico e privato- ponendo l’accento sui
brillanti risultati conseguiti in termini di apprezzamento di mercato per
la Maula. Per quest’ultima si segnala un forte interesse della Gdo che però
richiede quantitavi importanti per soddisfare le grandi esigenze del
mercato.
“Il settore frutticolo ha bisogno di ricerca e innovazione -ha concluso
Fini-, ma determinanti sono le risorse, spero che sia in Italia che in Ue i
fondi stanziati tornino ai livelli del passato. L’accesso all’innovazione e
il ricambio generazionale sono aspetti fortemente interconnessi e per
invertire la tendenza sarà cruciale il ruolo delle OP”.