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“nei prossimi cinque anni la produzione di latte bovino in italia aumentera’ del 10-15%, con un tasso di variazione medio annuo del 2-3%, verosimilmente piu’ accentuato nei primi anni e che e’ destinato a proseguire fino al 2030, per poi affievolirsi nei decenni successivi. e’ questa la previsione realizzata da ismea e contenuta in un ampio report sugli scenari del comparto commissionato da alleanza cooperative agroalimentari che e’ stato presentato oggi nell’ambito della terza edizione del dairy summit, gli stati generali della filiera lattiero-casearia”, rende noto un comunicato dell’alleanza, che precisa: “in conseguenza della maggiore disponibilita’ di materia prima nazionale, le importazioni di latte dall’estero dovrebbero subire una contrazione dell’8% in volume, considerando anche la maggiore disponibilita’ di materia prima nazionale e il calo della domanda interna. assai ottimistiche le previsioni sulle esportazioni che secondo ismea dovrebbero aumentare significativamente, con un trend di crescita del +25% in volume nei prossimi cinque anni”. “nel report di ismea sono delineate anche le stime sulla produzione di latte bovino nazionale: l’italia raggiungera’ l’autosufficienza teorica in termini di materia prima in pochissimi anni, (oggi e’ ferma all’80%)”, rileva il comunicato, che prosegue: “negli ultimi cinque anni la produzione di latte vaccino in italia e’ significativamente aumentata, superando i 12,6 milioni di tonnellate nel 2020 (+13,4% rispetto al 2015, + 4,4% tra il 2020 e il 2019). la maggior parte dell’incremento produttivo si e’ realizzato nelle regioni del nord italia (lombardia +19%, emilia romagna +15%, veneto + 6,0%, piemonte +15%), ma anche in alcune regioni del mezzogiorno (puglia +12%, sicilia e basilicata +11%, calabria +17%)”. “a fronte dell’aumento delle consegne di latte (+13% nell’ultimo quinquennio), il prezzo alla stalla del latte nazionale e’ mediamente aumentato del 3% tra il 2015 e il 2020”, informa il comunicato. “affinche’ il significativo aumento della produzione di latte a livello nazionale sia sostenibile da un punto di vista economico la filiera dovra’ affidarsi ad una strategia che punti, da un lato, a sviluppare nuovi canali commerciali aumentando l’export dei prodotti caseari (anche in considerazione delle prospettive di crescita della domanda mondiale) e, dall’altro, riesca ad individuare e implementare nuovi segmenti di mercato con destinazioni alternative della materia prima latte”, ha detto giovanni GUARNERI, coordinatore settore lattiero-caseario di alleanza cooperative agroalimentari.