(riproduzione riservata)
“‘criminalizzare il grano italiano fa male all’intera filiera e questo gli agricoltori non lo possono permettere. non e’ ammissibile affermare che il frumento nazionale e’ ‘di qualita’ pessima’ quest’anno, quando ha da sempre valori nutritivi, livelli di salubrita’ e standard di sicurezza alimentare indiscutibili’, afferma cia-agricoltori italiani, commentando le dichiarazioni del presidente della sezione molini a grano duro di italmopa, enzo MARTINELLI, al sole24ore”. lo rende noto un comunicato di cia. “il 2023 e’ stato un anno molto difficile per i produttori di grano, perche’ la crisi climatica ha sicuramente condizionato i raccolti”, dice il presidente nazionale di cia, cristiano FINI, secondo cui “in un momento cosi’ complicato per il settore, alle prese anche con prezzi in discesa del 40% e costi di produzione alle stelle, guerre e concorrenza sleale, queste parole sono irrispettose e irresponsabili, tanto piu’ che, pure in questa situazione, i cerealicoltori continuano a lavorare per mantenere l’eccellenza del nostro grano duro, che ha il primato europeo per produzione con oltre 1,3 milioni di ettari, ed e’ alla base della pasta, simbolo del made in italy nel mondo”. “noi non vogliamo criminalizzare le importazioni, come afferma MARTINELLI”, spiega FINI, che prosegue: “vogliamo semplicemente valorizzare il prodotto 100% italiano perche’ e’ di qualita’ ed e’ ricercato dai consumatori. inoltre, garantire la tracciabilita’ non significa essere contro l’import, ma al contrario volere piu’ trasparenza per tutti. quanto alla questione se il differenziale di prezzo con gli altri cereali salvera’ le semine? in realta’, gli agricoltori italiani stanno riflettendo se seminare o meno perche’ sanno gia’ che, con questi prezzi bassi, lavoreranno in perdita e non e’ piu’ sostenibile”. come cia, “proseguiremo nella nostra battaglia, cominciata con la petizione nazionale su change.org per la promozione di una filiera piu’ equa e trasparente per un grano 100% made in italy”, conclude FINI.