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“la riduzione degli stock ittici non puo’ essere imputata solo all’attivita’ di pesca e la progressiva riduzione dei giorni di pesca per le nostre marinerie decisa a bruxelles, come sta accadendo nell’adriatico e non solo, sebbene pensate per la salvaguardia della biodiversita’, non hanno prodotto gli effetti sperati, se non in minima parte”. lo ha dichiarato il sottosegretario al masaf, patrizio LA PIETRA (fdi), intervenendo alla terza conferenza delle nazioni unite sugli oceani (unoc3), in corso a nizza. lo rende noto un comunicato stampa del ministero. “a livello europeo e in commissione generale della pesca nel mediterraneo (cgpm) vanno affrontati, con urgenza, altri fattori determinanti quali – ha proseguito LA PIETRA – l’inquinamento marino prodotto dall’enorme traffico marittimo, non paragonabile a quello delle unita’ da pesca, gli effetti devastanti delle plastiche presenti nei mari, il costante innalzamento del livello delle acque e l’aumento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici e il preoccupante fenomeno delle specie aliene che soppiantano quelle autoctone. per salvaguardare il futuro delle marinerie, particolarmente colpite dalle misure inefficaci a livello ambientale, ma sicuramente dannose in termini economici e occupazionali, l’italia ritiene che si debba stabilire un’equa ripartizione delle aree ristrette alla pesca che non interessi, come accade adesso, solo aree limitrofe al territorio degli stati membri. inoltre chiediamo un impegno piu’ determinato nel contrasto alla pesca illegale, la certezza del rispetto delle regole esistenti che deve essere prioritaria rispetto alla introduzione di nuove regole, specialmente se queste risultano restrittive solo per i pescatori e gli stati costieri che gia’ si dimostrano rispettosi”. “nel suo intervento – prosegue il comunicato – durante il panel ‘accelerare la sostenibilita’: trasformare la pesca e l’acquacoltura nel mediterraneo e nel mar nero’, LA PIETRA si e’ soffermato anche sulla necessita’ di tutelare il settore dell’acquacoltura, per il quale il governo meloni ha predisposto il piano strategico nazionale per l’acquacoltura italiana 2021-2027 (pnsa 21-27), che definisce gli obiettivi e gli ambiti prioritari per lo sviluppo nazionale del settore e che LA PIETRA ha definito ‘un comparto strategico messo a rischio dagli eventi estremi che hanno colpito la regione mediterranea di recente. questi fenomeni, sommati alle ondate di calore sempre piu’ intense e alla diffusione di specie alloctone e invasive, quali il granchio blu, stanno mettendo in ginocchio settori cruciali come la molluschicoltura nazionale’. il tema dell’equilibrio tra sostenibilita’ ambientale ed economica, fondamentale per assicurare anche la sostenibilita’ sociale, oltre alla necessita’ di regole giuste e rispettate da tutti, sono stati oggetto del bilaterale tra il sottosegretario LA PIETRA e charlina VITCHEVA, direttrice generale dgmare”. “l’italia intende continuare a fare la propria parte con responsabilita’, ma prima di introdurre ulteriori misure restrittive nella gestione della pesca nel mediterraneo – ha ribadito LA PIETRA – , e’ necessario lavorare affinche’ tutti i paesi che vi si affacciano raggiungano lo stesso livello di efficacia ed efficienza nel far rispettare le regole esistenti, adottando un approccio di condivisione da parte di tutti i paesi, in particolare quelli extra-ue, che spesso non garantiscono un’applicazione rigorosa delle misure di controllo”.