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“l’agricoltura sociale rappresenta oggi uno strumento prezioso per il reinserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti che sono tra le categorie piu’ presenti nei progetti promossi dalle fattorie solidali, una rete che in italia conta circa novemila aziende agricole nel segno di un welfare rurale che sta conquistando sempre piu’ attenzione. e’ quanto emerge da una analisi di coldiretti e campagna amica su dati welfare index pmi diffusa in occasione della presentazione del rapporto censis/cnel ‘recividiva zero’ sull’importanza dell’attivita’ lavorativa nelle carceri”. lo rende noto un comunicato della coldiretti che cosi’ prosegue: “all’iniziativa ha preso parte il responsabile dell’area lavoro di coldiretti , romano MAGRINI, con la firma del protocollo d’intesa per aumentare le opportunita’ occupazionali dei detenuti. sono diversi i casi di iniziative e corsi promossi dalla rete di campagna amica direttamente nelle carceri italiane o in azienda per il reinserimento lavorativo di ex detenuti. in questo modo l’agricoltura – sottolinea coldiretti – ha contribuito in modo significativo al miglioramento della qualita’ della vita di migliaia di persone, che hanno ricevuto formazione e, in molti casi, sono stati presenti quotidianamente nelle aziende agricole. un’opportunita’ resa possibile dalla legge di orientamento, fortemente sostenuta da coldiretti , che ha rivoluzionato l’attivita’ nelle campagne. l’ultimo esempio, premiato con l’oscar green dei giovani della coldiretti , e’ quello ‘oltre le sbarre con l’aeroponica’ nato da un’idea di luigi D’ALESSIO, operatore socio-culturale, socio attivo dell’aps oltre il giardino, per il recupero di un’area verde all’interno delle mura carcerarie, della casa circondariale di poggioreale-napoli. utilizzando tecniche agronomiche innovative come l’aeroponica i detenuti coltivano piante fitoterapiche, in modo semplice e accessibile. questo non solo apre nuove opportunita’ di apprendimento e lavoro per i detenuti, ma crea un circolo virtuoso di inclusione sociale. e la socialita’ del progetto raggiunge il suo culmine nella fase finale: le piante coltivate con tanta cura e dedizione verranno commercializzate attraverso i vivaci mercati di campagna amica di coldiretti . cio’ significa un’opportunita’ di reinserimento e dignita’ per chi ha sbagliato, oltre a un ponte concreto tra la realta’ della casa circondariale e la comunita’ esterna. acquistando questi prodotti, i cittadini non solo scelgono la qualita’ e la filiera corta, ma sostengono direttamente un percorso di rinascita, un messaggio potente di speranza che germoglia ‘oltre le sbarre’. e’ la dimostrazione che, anche nei luoghi piu’ difficili, la terra e la socialita’ possono diventare strumenti potenti di trasformazione e benessere collettivo”. “le carceri possono trasformarsi in laboratori di una nuova cultura del cibo. da un lato offrendo opportunita’ di riscatto attraverso il lavoro e la formazione, dall’altro migliorando la qualita’ dei pasti, privilegiando prodotti italiani e filiere locali”, ha dichiarato la presidente di campagna amica dominga COTARELLA.