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“l’agricoltura e’ sotto attacco. l’ipotesi di un fondo unico europeo che taglia le risorse e aggrega tutti i settori non e’ la soluzione. colpire la pac vuol dire mettere a rischio lo spirito comunitario dell’europa che e’ nata nei campi e ora ci chiede coesione e coraggio a difesa degli agricoltori, a garanzia della sicurezza alimentare globale”. e’ questo l’appello a tutto il mondo agricolo lanciato, oggi, dal presidente nazionale di cia-agricoltori italiani, cristiano FINI, in occasione dell’incontro sul tema con i vertici confederali. lo rende noto un comunicato stampa della confederazione. “non possiamo accettare l’oscurantismo che sta accompagnando la data del 16 luglio e la proposta di riforma della pac che la commissione ue presentera’ in quella giornata – ha detto FINI -. di fronte a un’europa che prende le distanze dall’ascolto e dal confronto con gli agricoltori, dobbiamo dire basta alle nostre divisioni per dare forma a una battaglia unitaria, da roma a bruxelles, che impedisca la distruzione dell’unica e piu’ importante politica europea che assicura cibo a tutti”. “dalla campagna contro le rendite fondiarie alle sollecitazioni inviate, via lettera, anche alla presidente del consiglio giorgia MELONI – prosegue il comunicato -, dall’adesione alla petizione del copa-cogeca al lavoro tra i paesi del mediterraneo, non si ferma la mobilitazione per la pac messa in atto dalla cia: perche’ e’ un pilastro fondamentale a sostegno del reddito degli agricoltori, ma anche l’unico strumento in grado di incentivare lo sviluppo rurale e la tutela dell’ambiente. perche’ il fondo unico toglie autonomia alla pac, riduce le risorse e cancella le specificita’ agricole; crea disparita’ tra gli stati membri, mette in competizione agricoltura, salute, energia e ricerca, compromette il mercato unico e tutta l’europa. perche’ resta aperto il nodo budget, non adeguato alle sfide globali, ai livelli dell’inflazione e alle garanzie di cibo sano e sicuro. perche’ il tema riguarda tutti, in gioco c’e’ l’agricoltura che contrasta la crisi climatica e il dissesto, gli agricoltori che sono custodi del territorio e della biodiversita’, argine contro l’abbandono delle aree interne”. “stiamo affrontando tutto questo in un contesto complesso – ha concluso FINI -. i conflitti e le tensioni geopolitiche, sempre piu’ su scala mondiale, hanno di nuovo spostato l’asse dell’attenzione e con indiscutibile urgenza e importanza. eppure, bruxelles dovrebbe ricordare che l’europa e’ stata fondata sulla pace, e non sulla guerra che alimenta la fame, e per questo anteporre il cibo alle armi. lo tenga a mente il prossimo consiglio ue, il 26 e 27 giugno, ultima occasione ufficiale per far invertire la rotta”.