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“‘il riutilizzo dei beni confiscati non rappresenta semplicemente la riaffermazione della legalita’ e la realizzazione di presidi di sicurezza ma anche la concreta realizzazione del messaggio sotteso: la societa’ civile, che vive rispettando le regole, prevale su coloro che hanno usato la prevaricazione e il malaffare per accumulare ricchezza privando i territori di risorse e di opportunita’ di sviluppo. inoltre, i beni sequestrati e confiscati costituiscono una risorsa importante nel quadro delle azioni che enti ed istituzioni sono chiamati a porre in essere per fronteggiare situazioni di fragilita’ e realizzare percorsi di inclusione sociale. fondamentale e’ dunque l’attivita’ che l’anbsc e’ chiamata a perseguire con il coinvolgimento e la collaborazione di istituzioni e componenti della societa’ civile con la consapevolezza che l’attivita’ di destinazione dei beni sara’ tanto piu’ efficace quanto piu’ potra’ contare su una consolidata rete di relazioni. in questo contesto si inserisce anche il protocollo firmato con confcooperative per la promozione di iniziative finalizzate a creare nuova occupazione, attraverso lo strumento della cooperativa’. e’ quanto ha detto a bari alla fiera del levante il prefetto maria rosaria LAGANA’, direttore dell’agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati (anbsc), nell’ambito del convegno ‘i beni confiscati un volano per la comunita” come la cooperazione sui beni confiscati genera sviluppo sociale ed economico organizzato da confcooperative”. lo rende noto un comunicato di confcooperative, che cosi’ prosegue: “‘confcooperative, con le sue 16.000 imprese, 550.000 occupati e un fatturato di 85 miliardi di euro, e’ pronta a fare la propria parte come partner strategico dello stato per la valorizzazione dei beni confiscati. abbiamo gia’ sul campo 200 cooperative impegnate nella gestione di beni confiscati, che ogni giorno creano lavoro e opportunita’ concrete rispondendo ai bisogni delle loro comunita’. queste esperienze dimostrano che e’ possibile offrire un modello efficace di riscatto sociale e di contrasto reale alla criminalita’. con questo protocollo mettiamo a sistema tutta la nostra forza organizzativa ed economica, trasformando l’esperienza maturata in una strategia nazionale capace di moltiplicare gli impatti positivi sui territori’, dice gaetano MANCINI, vicepresidente di confcooperative con delega ai beni confiscati. ‘confcooperative e’ un’organizzazione che ha la legalita’ nel proprio dna. i beni confiscati rappresentano una parte fondamentale della nostra missione cooperativa e per questo mettiamo a disposizione dello stato tutta la nostra struttura e le nostre competenze. e’ un dovere che discende direttamente dalla funzione sociale che l’articolo 45 della costituzione assegna alla cooperazione: essere strumento di sviluppo economico e sociale per il paese. la gestione e il recupero dei beni confiscati incarnano pienamente questo mandato costituzionale, trasformando simboli di illegalita’ in opportunita’ concrete per le comunita’ e i territori’. lo dichiara maurizio GARDINI, presidente nazionale di confcooperative. ‘questo protocollo segna un passaggio fondamentale: l’agenzia apre concretamente alla cooperazione per lo sviluppo dei beni confiscati, superando la logica dei progetti pilota. si tratta di un impegno che mette al centro lo sviluppo reale delle comunita’. per le aziende confiscate, l’obiettivo e’ creare occupazione di qualita’, mettendo le persone al centro. la cooperazione puo’ e deve abbracciare questa sfida. i tavoli prefettizi assumeranno un ruolo fondamentale per valorizzare la destinazione delle aziende confiscate e garantire un percorso di rilancio. per quanto riguarda i terreni, puntiamo su una forte interlocuzione con i comuni, che rappresentano l’interlocutore naturale per una gestione efficace e radicata nel territorio. attraverso il coordinamento dell’agenzia, che delineera’ le linee strategiche da seguire, lavoreremo insieme a tutti i soggetti interessati coinvolti per il recupero dei beni e delle comunita’, come indicato dal protocollo firmato con il ministero’, continua rosa LA PLENA coordinatrice nazionale di confcooperative per l’azione di recupero dei beni confiscati. ‘l’accordo punta a restituire concretamente alla comunita’ i beni confiscati, trasformandoli in strumenti di rigenerazione economica e sociale dei territori. attraverso l’impresa cooperativa, intendiamo generare nuove opportunita’ occupazionali e promuovere la cultura della legalita’ in modo concreto e duraturo’, aggiunge giorgio MERCURI, presidente di confcooperative puglia. ‘non si tratta solo di recuperare beni, ma di rigenerare intere comunita’, creando sviluppo la’ dove la criminalita’ aveva sottratto risorse e speranza. e’ questa la forza del modello cooperativo: coniugare efficienza economica e finalita’ sociale, dimostrando che dalla confisca puo’ nascere un’opportunita’ di riscatto collettivo’, conclude giuseppe COZZI, presidente confcooperative bari – bat”.

