SACCHETTO (APTI), DALLA FILIERA TABACCO ITALIANO TANTE INIZIATIVE PER MEGLIO GESTIRE LA CRISI

 

“In un momento davvero difficile per il paese sia per gli aspetti di salute pubblica sia per quelli economici e sociali, la filiera del tabacco italiano ha avviato una serie di iniziative mirate a meglio gestire la situazione attuale, a programmare la ripresa delle attività di trasformazione agro-industriale e a contribuire a dare un po’ di sollievo ai concittadini delle zone tabacchicole”, sottolinea Carlo Sacchetto, segretario generale dell’APTI, l’associazione delle industrie di prima trasformazione del tabacco italiano, dell’O.I. Tabacco Italia e anche dell’Associazione Città del Tabacco. In questa intervista Sacchetto fa il punto sulle molteplici iniziative adottate su piu’ fronti.

 

Sul piano sindacale il 17 marzo l’APTI ha definito con le rappresentanze di settore di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, un regolamento per le aziende aderenti, che applica e estende il “protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, siglato il 14 marzo tra le organizzazioni datoriali e sindacali su invito del Presidente del Consiglio, in attuazione del sul decreto dell’11 marzo scorso.

 

Altre iniziative?

 

Giovedi’ 2 aprile, nel corso di una riunione in teleconferenza tra rappresentanti di APTI, Deltafina, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, tenendo conto del fatto che da qualche settimana gli stabilimenti di lavorazione del tabacco sono chiusi, si è raggiunto un accordo quadro nazionale per la richiesta dell’attivazione degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori e Deltafina ha accolto favorevolmente la richiesta dei Sindacati di anticipare direttamente l’erogazione degli importi ai lavoratori in Cassa Integrazione Salariale Agricola (CISOA). Tutto questo – sottolineano i vertici di Deltafina – “nella certezza che la situazione migliorerà presto e che la chiusura temporanea delle lavorazioni verrà ripresa, con tutte le cautele, il più presto possibile e i lavoratori stagionali non perderanno nessuna delle giornate di lavoro programmate”.

 

Ci sono azioni nei confronti degli agricoltori che coltivano tabacco?

 

Domenico Cardinali, presidente di Deltafina, il principale trasformatore di tabacco italiano, e di APTI, ha inviato martedì scorso un video messaggio a tutti i tabacchicoltori che forniscono prodotto all’azienda, per esprimere loro la vicinanza di Deltafina confermando che, malgrado le incertezze del momento, tutti i contratti di coltivazione per il raccolto 2020 saranno firmati secondo i programmi e i volumi di acquisto già definiti; proseguirà la consueta attività di assistenza tecnico/agronomica e l’azienda attiverà anche ulteriori iniziative speciali a supporto delle aziende tabacchicole.

 

Per esempio?

 

Deltafina fornirà i dispositivi di protezione individuale per tutti i lavoratori delle aziende tabacchicole contrattualizzate e erogherà ai tabacchicoltori un contributo straordinario in base agli ettari coltivati per la copertura dei costi straordinari causati dall’epidemia: sanificazione delle aree operative, delle attrezzature, ecc.

 

Ci sono problemi per il reperimento di manodopera per la raccolta anche nel settore tabacchicolo?

 

APTI, l’interprofessione del tabacco, le op, le organizzazioni agricole e quelle sindacali stanno dialogando con il ministero delle Politiche Agricole e con il ministero del Lavoro sulla questione della carenza di manodopera nelle campagne che, nel tabacco, riguarda decine di migliaia di lavoratori. L’obiettivo e’ gestire il periodo di crisi sanitaria e il non sempre efficiente sistema di gestione dei flussi dei lavoratori con un approccio innovativo, snello ed efficiente, che tenga in massimo conto la salute dei lavoratori e il loro corretto inquadramento lavorativo.

 

C’e’ molto bisogno di sostegno finanziario alle aree piu’ colpite, ci sono iniziative?

 

Sul fronte delle donazioni ieri, come Associazione Città del Tabacco, di cui sono sostenitori APTI, ONT Italia, Deltafina e Unitab, abbiamo destinato una donazione di 10.000 euro a ciascuno dei Comuni aderenti, per contribuire ad alleviare le emergenze di carattere sanitario e sociale nelle aree di produzione del tabacco. I fondi saranno destinati a supportare l’attività delle strutture sanitarie locali, all’acquisto di dispositivi di protezione individuale e, in particolare, alla distribuzione di generi alimentari per le famiglie più in difficoltà. Azioni molto apprezzate, come ha dimostrato Gaetano Tessitore, sindaco di Francolise, comune tabacchicolo colpito direttamente da casi di coronavirus, che ha scritto immediatamente una lettera di ringraziamento accettando “con grande onore e immensa gratitudine la donazione dell’Associazione Italiana dei Paesi e della Città del Tabacco”. Colgo l’occasione per rivolgere un affettuoso saluto al sindaco Tessitore, analista rianimatore alla ASL di Caserta, in prima linea nella lotta contro il virus, da cui era stato contagiato ma, proprio ieri, abbiamo avuto la bella notizia che è guarito e uscito dalla quarantena con esito negativo del tampone.

 

La pubblica amministrazione come si sta comportando?

 

Noi privati non siamo i soli a lavorare, malgrado le difficoltà del momento. A nome dell’O.I. Tabacco Italia e di tutte le imprese agricole e di prima trasformazione del tabacco italiano, dell’indotto e di tutti i lavoratori coinvolti e delle loro famiglie desidero esprimere il più vivo ringraziamento alla Ministra Bellanova, al suo staff, al Capo Dipartimento Francesco Saverio Abate e ai Dirigenti Mipaaf Alessandro Apolito e Pietro Gasparri, per l’attenzione che stanno confermando in questi giorni al nostro settore, proseguendo i negoziati con le manifatture internazionali operanti in Italia, che ancora non lo hanno fatto, affinché confermino gli impegni di acquisto del prodotto nazionale che dà lavoro e reddito a oltre 40.000 addetti in aree spesso difficili del Paese.

 

E’ plausibile la notizia che un vaccino contro il coronavirus potrebbe venire dal tabacco?

 

Sono molte le aziende del tabacco che stanno lavorando sui vaccini per Covid-19, era stato fatto anche per Ebola. Il tabacco è il primo organismo vivente in cui è stata riscontrata la presenza di un virus, il virus “mosaico del tabacco”. Già alla fine del diciannovesimo secolo il Prof. Dmitrij Iosifovič Ivanovskij, botanico e biologo russo, docente dell’Università di Varsavia, uno degli scopritori dei virus e tra i fondatori della virologia, aveva descritto delle piante di tabacco attaccate da un virus, pur senza avere gli strumenti per vederlo. Il genoma del tabacco è molto semplice e perfettamente conosciuto e il suo DNA e RNA si prestano molto bene alla bioingegneria, inoltre il ciclo vegetativo della pianta è rapidissimo e favorisce la produzione di anticorpi. Sappiamo che alcuni vaccini elaborati utilizzando la pianta del tabacco sono in fase di test pre-clinici negli USA e che, se dovessero superare i controlli delle autorità sanitarie una delle aziende potrebbe produrre 3 milioni di dosi a settimana a partire da giugno. In pratica nelle cellule della pianta del tabacco è stata clonata una porzione della sequenza genetica del SARS-CoV2 che porta allo sviluppo di un antigene che, iniettato nell’uomo determina la produzione di anticorpi che sconfiggono il virus. Secondo gli scienziati che stanno sperimentando, inoltre, rispetto alle tecniche tradizionali, la produzione del vaccino utilizzando il tabacco è potenzialmente molto più sicura perché la pianta non può ospitare patogeni umani, la produzione massiva è molto più veloce, il vaccino non richiede refrigerazione e consentirebbe l’immunizzazione con una sola dose. Un altro aspetto significativo è che le industrie private stanno svolgendo questa ricerca senza prospettive di profitto.