GROW!: AGRINSIEME, AL NORD BUONA DOTAZIONE INFRASTRUTTURE MA PESA DIVARIO CON PAESI UE

date: Gen 13, 2020

“la dotazione delle infrastrutture materiali del nord italia appare buona rispetto al resto del paese, pur se caratterizzata da una diversa intensita’ a livello territoriale: prendendo in considerazione, infatti, la presenza di reti infrastrutturali rispetto al numero di imprese agroalimentari operanti nel territorio, emerge come il nord-ovest possa contare su una media di 41 km di reti viarie per impresa, con la liguria a fare la parte del leone con circa 60 km/impresa, a fronte dei 26 km/impresa del nord-est, numeri nettamente superiori a quelli del sud. anche a livello di infrastrutture immateriali, le regioni del nord presentano un’alta e crescente diffusione di reti digitali, con l’emilia-romagna sul podio con circa il 90% delle famiglie che accedono a internet, a fronte di una media nazionale dell’84%, che al sud scende al 78%; quanto all’utilizzo di internet da parte delle imprese il quadro appare meno netto: nel nord-ovest circa il 50% delle imprese usa attivamente internet nelle attivita’ operative e commerciali, mentre nel nord-est l’incidenza scende al 46%, a fronte di una media nazionale del 48%. e’ quanto emerge dalla quarta edizione di “grow!”, l’action tank del coordinamento di agrinsieme che riunisce cia-agricoltori italiani, confagricoltura, copagri e alleanza delle cooperative agroalimentari”, rende noto un comunicato del coordinamento. “‘il ruolo delle infrastrutture per l’agricoltura del nord’ e’ stato il tema sul quale si sono confrontati oggi a bologna il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali teresa BELLANOVA, i presidenti delle commissioni agricoltura del senato gianpaolo VALLARDI e della camera dei deputati filippo GALLINELLA, gli assessori all’agricoltura dell’emilia-romagna simona CASELLI e del piemonte marco PROTOPAPA e carlo SABETTA, di assotelecomunicazioni-asstel”, precisa il coordinamento, nell’aggiungere che “all’iniziativa sono inoltre intervenuti il coordinatore nazionale di agrinsieme franco VERRASCINA e i copresidenti del coordinamento dino SCANAVINO, massimiliano GIANSANTI e giorgio MERCURI”. “le note dolenti, come emerge da uno studio elaborato ad hoc da nomisma per agrinsieme e illustrato dal responsabile dell’area agricoltura e industria alimentare della societa’ di ricerca denis PANTINI, arrivano confrontando i numeri del nord italia con quelli dei nostri principali competitor europei, verso i quali pesa un divario a sfavore del nostro paese”, sottolinea il coordinamento, nell’evidenziare che “la dotazione media di infrastrutture materiali, infatti, pari a 797km ogni 1000km2 nel nord-ovest e a 774km ogni 1000km2 nel nord-est, risulta nel complesso inferiore alle aree del regno unito (2.483km/1000km2), della francia (2.266 km/1000 km2) e della germania (1.028km/1000km2); anche in riferimento alle infrastrutture immateriali emerge un distacco rispetto ai competitor ue: nelle regioni del nord italia la digitalizzazione delle famiglie e’ pari all’87% nel nord-ovest e all’88% nel nord-est, percentuali superiori alla media italiana dell’84%, ma inferiori a quelle di germania e regno unito”. “tali ritardi infrastrutturali con i paesi ue continuano a pesare in maniera significativa sulla competitivita’ del paese e del nostro agroalimentare; il sistema infrastrutturale, infatti, e’ indispensabile per una maggiore efficienza della movimentazione delle merci, ma anche e soprattutto per il raggiungimento di mercati piu’ lontani e promettenti”, afferma agrinsieme, nel sottolineare che “in questo contesto il nord italia, nonostante presenti un quadro grossomodo positivo rispetto al resto del paese, ha performance inferiori a quelle dei nostri principali competitor comunitari”. “ed e’ proprio l’agroalimentare a risentire piu’ di altri settori di un simile gap di reti fisiche e digitali, che si traduce in mercati domestici inefficienti, con una minima integrazione spaziale e temporale, in una bassa trasmissione del prezzo e, infine, in una limitata competitivita’ sui mercati internazionali, tutti fattori che alla lunga vanno a impattare sui redditi degli agricoltori e sulle opportunita’ di investimento privato”, spiega il coordinamento. “basti pensare che mentre nel 2008 il differenziale nel solo export agricolo tra l’italia e la spagna era pari al 92%, dieci anni dopo la forbice si e’ allargata fino al 168%, con l’export degli spagnoli a superare i 20 miliardi di euro contro i nostri 7 miliardi”, evidenzia agrinsieme, nel precisare che “rispetto al top exporter europeo, i paesi bassi con oltre 30 miliardi di esportazioni agricole, il differenziale che scontiamo e’ passato dal 200% nel 2008 al 302% nel 2018”. “vale la pena di ricordare, infine, che nel settentrione si concentra circa il 60-70% dell’export agricolo e alimentare nazionale, per un valore complessivo che nel 2018 e’ stato di circa 30 miliardi di euro”, conclude il coordinamento.