IL FUMO AMAREGGIA IL VINO AUSTRALIANO. DALLA CALIFORNIA SI ASPETTA IL VERDETTO SULLE ASSICURAZIONI

le colline sono verdi e lussureggianti, i grappoli pieni e maturi. ma basta assaggiare un acino per ritrovarsi in un incubo: come dice il viticoltore iain riggs, “e’ come leccare un portacenere”. lo scrive “the new york times” in un reportage dalla hunter valley, famosa zona vitivinicola australiana che e’ scampata ai danni diretti dei devastanti incendi che hanno infuriato per oltre otto mesi, ma non a quelli indiretti. l’odore di fumo (smoke taint) ha talmente impregnato la produzione che molti viticoltori dovranno rinunciare all’intera annata 2020, pena la perdita di una reputazione conquistata con grande fatica. e nessuno sa se le assicurazioni interverranno. per questo – scrive il giornale – si guarda a quanto accade dall’altra parte del pacifico, dove i produttori californiani si sono rivolti alla giustizia per chiedere che le compagnie assicurative li risarcissero per lo smoke taint causato dagli incendi del 2017. anche se loro come i colleghi australiani non hanno copertura per i grappoli ancora nelle vigne, da quando sono vendemmiati in poi si’, e il sapore di fumo si rivela solo nel processo di vinificazione, sostengono, e quindi dovrebbe essere coperto dalle polizze.