BRIVIO (COLDIRETTI BERGAMO) AVVERTE PRESIDENTE CONFINDUSTRIA LOMBARDA BASTA FAKE NEWS SU AGRICOLTURA

“evidentemente ‘sparare a zero’ sull’agricoltura sta diventando uno sport piuttosto diffuso”, e’ l’amara constatazione del presidente di coldiretti bergamo, alberto BRIVIO. “una considerazione che deriva dal fatto che recentemente il settore agricolo e’ stato pubblicamente additato come il principale responsabile dell’inquinamento, salvo poi constatare che con il lockdown che ha fermato traffico e molte attivita’ industriali ma non il lavoro nei campi e nelle stalle, la qualita’ dell’aria e’ decisamente migliorata. ora invece l’agricoltura, piu’ precisamente l’allevamento, e’ stato indicato come responsabile della diffusione del coronavirus. a sostenere questa ultima tesi e’ stato il presidente di confindustria lombardia, marco BONOMETTI, che in un’intervista a dir poco ‘fantasiosa’ sulla mancata istituzione della zona rossa ad alzano lombardo e nembro ha fornito una propria interpretazione sul dilagare dei contagi in provincia di bergamo e ha affermato che “ci sono diverse ragioni: innanzitutto qui c’e’ una presenza massiccia di animali e quindi c’e’ stata una movimentazione degli animali che ha favorito il contagio, parlo degli allevamenti, e questa potrebbe essere una causa’”, spiega un comunicato di coldiretti bergamo. “non solo parlare a vanvera denota che non c’e’ il minimo rispetto per le innumerevoli vittime che il covid19 ha provocato nella nostra provincia ma trovo veramente di cattivo gusto e sintomo di ignoranza fare una simile affermazione che scredita un comparto che in questo difficile momento, tra mille difficolta’, continua ad operare per portare ogni giorno sulle tavole degli italiani buon cibo. qualcuno dovrebbe spiegare al signor bonometti che non ci sono evidenze scientifiche che gli animali trasmettono il virus”, ha spiegato BRIVIO. “la nostra zootecnia e’ la piu’ sostenibile al mondo e gli allevatori sono attenti a garantire il benessere degli animali. ci dovremmo invece interrogare sul grado di sicurezza degli alimenti che importiamo dagli altri paesi, troppo spesso di dubbia qualita’ e pericolosi per la salute dei consumatori come dimostrano i dati degli allarmi alimentari”, ha concluso BRIVIO.