A COLLOQUIO CON IL DIRETTORE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA PROPRIETÀ FONDIARIA ANTONIO OLIVA

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di Letizia Martirano

L’associazione nazionale della Proprieta’ fondiaria ha i suoi uffici nel cuore di Milano, tra lecitta’ piu’ coinvolte nel triste periodo del lockdown conseguente all’epidemia di covid 19. Non puo’ che partire da questa terribile esperienza l’intervista con il direttore dell’associazione, Antonio Oliva.

Che idea si e’ fatto delle conseguenze dell’emergenza sanitaria scatenata dal covid 19?

Il Coronavirus ha sconvolto il nostro vivere quotidiano ma ha fornito anche degli insegnamenti di cui occorre tenere conto. L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza l’importanza di due settori strategici della nostra società: la sanità e l’agricoltura. Il personale sanitario ha operato in prima linea per salvare vite umane, pagando anche un caro prezzo in termini di operatori deceduti. L’altro settore che si è rivelato determinante per la sopravvivenza è stato l’agricoltura che ha provveduto, senza fermarsi mai, a fornirci beni alimentari di primaria importanza. Un settore che si è riaffermato come primario e che dovrà in futuro essere tenuto maggiormente in considerazione a tutti i livelli.

Lei pensa che ci sia stata una riscoperta dei valori del mondo rurale?

Mai come in questo momento la città si è avvicinata al mondo rurale, cogliendone quegli aspetti che forse in passato non era riuscita ad apprezzare. Gli italiani hanno riscoperto la passione di fare il pane in casa, di preparare pizze, pasta e quant’altro. In questo periodo abbiamo apprezzato i prodotti della terra, che sono arrivati sulle nostre tavole anche in una situazione di forte emergenza. Chi ha avuto la fortuna di avere un’abitazione con un giardino, stando a casa, ha potuto riscoprire i tempi e i suoni della natura, il valore della terra, di una campagna che si rinnova ma che è sempre la stessa: bella e generosa. Tutta da vivere e da apprezzare con profonda riconoscenza.

Alla luce di questa esperienza, quali dovranno essere le future strategie per il settore agricolo?

I nostri settori economici hanno l’assoluta necessità che venga eliminata l’attuale asfissiante burocrazia, che blocca lo sviluppo e quindi la ripresa. Se vogliamo dare veramente slancio a un sistema economico in difficoltà dobbiamo semplificare: meno prestiti, più contributi a fondo perduto, meno documenti da compilare, più tutela per imprese e cittadini virtuosi. Questo aspetto è fortemente avvertito anche nel settore agricolo dove la burocrazia, di fatto, costringe l’imprenditore ad occupare molte ore per questioni d’ufficio; un tempo prezioso che potrebbe essere invece utilizzato in modo più redditizio nell’attività produttiva.

Qual e’ in questo momento storico il ruolo della proprietà fondiaria?

Parte delle aziende agricole nel nostro Paese sono condotte in affitto e gli imprenditori agricoli nella proprietà della terra possono trovare l’opportunità per allargare la propria maglia aziendale e quindi rimanere competitivi sul mercato. L’affitto in Italia rappresenta quasi la metà della Superficie Agricola Utilizzata e sono proprio le aziende più strutturate ed efficienti ad essere condotte in affitto. L’affitto quindi si conferma centrale per la produzione agricola e, nello stesso tempo, riafferma il suo ruolo sociale in quanto permette agli Enti proprietari di utilizzare le risorse dell’affittanza agraria per sviluppare le proprie attività statutarie di notevole valenza per la collettività.

La nuova PAC e’ rinviata. Qual è la sua posizione?

A livello europeo si sta procedendo all’approvazione di un’apposita normativa che estende l’attuale regime della Politica Agricola Comune al 31 dicembre 2022. Pertanto, la nuova PAC 2021-2027 dovrebbe entrare in vigore nel 2023. Questo sostanzialmente permette di avere più tempo per rivedere le proposte della Commissione europea predisposte nel 2018, per renderle più adeguate alle reali esigenze del settore. Occorre sottolineare che la PAC diventa più verde e molti vincoli, di carattere soprattutto ambientale, che prima erano facoltativi, ora rischiano di diventare obbligatori, con tutto ciò che ne deriva nella gestione produttiva dell’impresa. A ciò si aggiunge il Green Deal europeo e le due strategie presentate di recente dalla Commissione europea sulla biodiversità e sul sistema alimentare sostenibile, Farm to Fork.

Cosa pensa del fatto che la tutela dell’ambiente è diventata una priorità dell’Europa?

L’ambiente e gli obiettivi ambiziosi dell’Unione europea previsti dal Green Deal sono condivisibili e rappresentano una prerogativa essenziale se si vuole lasciare alle prossime generazioni un mondo vivibile. Il problema è la strada da percorrere per raggiungere tali obiettivi; da quanto abbiamo potuto apprendere, sembrerebbe che gran parte degli oneri sia a carico di proprietari ed agricoltori. E questo invece non è condivisibile.

Come dovrebbe essere congegnato il meccanismo per piacere agli agricoltori?

Il settore agricolo deve essere sostenuto per il ruolo primario che svolge e cioè la produzione di cibo sano, pulito e sostenibile per alimentare i 446 milioni di cittadini europei. Nell’ambito della produzione agricola va senz’altro tutelato l’ambiente, che deve rappresentare un valore aggiunto, ma i relativi oneri non devono essere sottratti dalle risorse destinate alla PAC. Nel bilancio europeo possono essere individuati adeguati finanziamenti, al di fuori di quelli destinati al sostegno della produzione agricola, che possono contribuire a preservare l’ambiente.

E la proprietà fondiaria come si colloca nel futuro scenario?

La Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria, che rappresenta i proprietari concedenti la terra in affitto, ha sempre promosso un proficuo rapporto tra il proprietario e l’affittuario. Il contratto d’affitto infatti è lo strumento essenziale per permettere all’imprenditore agricolo di rimanere competitivo sul mercato, in quanto consente un allargamento della superficie aziendale evitando il notevole esborso necessario per l’acquisto. Risorse, quest’ultime, che potranno essere investite in innovazione ed ammodernamento per rimanere al passo coi tempi. Il proprietario, da parte sua, trova nel contratto d’affitto la possibilità di tutelare al meglio il proprio patrimonio fondiario sia in termini strutturali che economici.