FLOROVIVAISMO: CIA, SALTATI 70MILA MATRIMONI, ADDIO A 200 MLN. SERVONO AIUTI AL COMPARTO

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“a oggi sono 70mila i matrimoni saltati ma stavolta non e’ colpa di don rodrigo, il coronavirus ha rimandato tutte le nozze programmate per il periodo di lockdown ma anche molte di quelle previste a partire dal 15 giugno, data di avvio della ‘fase 3′”, afferma un comunicato di cia-agricoltori italiani. “dietro questo scenario, stimato da cia-agricoltori italiani sulla base di dati istat, l’ombra del disastro dal punto di vista economico per tutte le imprese legate al business dei matrimoni, in primis il settore del fiore reciso italiano, secondo in europa solo dopo l’olanda”, spiega il comunicato, nell’evidenziare che “i floricoltori hanno, infatti, gia’ perso 200 milioni di euro con la sospensione dei matrimoni nel quadrimestre marzo-giugno, cifra che si deve raddoppiare con lo stop di tutte le altre cerimonie civili e religiose (battesimi, comunioni, cresime e funerali) e la soppressione di feste di laurea, convegni, eventi pubblici, fiere e assemblee, che ha dato il colpo di grazia al comparto, con imprenditori costretti a mandare al macero milioni di steli ormai sfioriti (piu’ di 400 le varieta’ in commercio)”. “nel solo settore dei matrimoni, secondo stime cia, la spesa media per gli addobbi floreali e’ di circa 3.000 euro e comprende una lunga lista che va dai classici bouquet per sposa e damigelle, alle composizioni per la chiesa o il comune, fino a tutte le decorazioni per il ricevimento, all’arco nuziale nelle cerimonie open air, agli altri ornamenti per gli outfit o la macchina degli sposi”, precisa il comunicato. “c’e’ preoccupazione anche per l’emendamento del bonus matrimonio nel dl rilancio, che introdurrebbe una detrazione per le spese che si sosterranno dal 1° gennaio 2021, convincendo a rimandare la cerimonia all’anno prossimo le restanti 120mila coppie ancora indecise sulla possibilita’ di sposarsi nel secondo semestre 2020”, continua il comunicato, nel sottolineare che “il rinvio infrangerebbe le aspettative dei professionisti del settore, che speravano in una ripresa a partire dall’estate e che dovranno, invece, cancellare un’annata intera, rimanendo senza risorse e con tanti conti da saldare, a partire da quelli di smaltimento dei fiori invenduti, che si aggiungono al danno del mancato profitto”. “all’interno del comparto floricolo nazionale, sono in grave difficolta’ circa 15.000 aziende che producono fiore reciso, localizzate perlopiu’ in liguria, toscana, campania, sicilia e lazio, e rappresentano quasi la meta’ di tutte le imprese florovivaistiche del paese”, evidenzia il comunicato. “senza aiuti dal governo sara’ fallimento certo e chiusure per il made in italy floreale che compete ad alti livelli nel mercato internazionale solo grazie alla sua forza d’impresa e senza aiuti europei”, evidenzia il comunicato, nel precisare che “cia non puo’ che rilevare come, ancora una volta, altri paesi europei stiano facendo per il settore meglio dell’italia”. “in olanda, e’ stato stanziato per il settore floricolo un fondo da 600 milioni, ma anche in francia e germania sono state approntate misure importanti a sostegno dei produttori”, afferma il comunicato. “per sopperire alle necessita’ delle aziende floricole che hanno bisogno di liquidita’ immediata, oltre a quanto gia’ previsto nel dl rilancio, sarebbe di sollievo l’annullamento per un anno dei contributi previdenziali, oltre a indennizzi a fondo perduto, senza i quali non si potranno avviare a settembre i nuovi cicli colturali per la ripresa delle attivita’”, conclude il comunicato.