LAVORO: BILONGO (FLAI CGIL), DOMANDE REGOLARIZZAZIONE A RILENTO IN AGRICOLTURA

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“dal tour di monitoraggio che stiamo effettuando nel paese, emerge un’amara verita’: la regolarizzazione anziche’ camminare a passo svelto sembra procedere alla velocita’ di una tartaruga. non perche’ non ci sia interesse a far accedere gli invisibili all’emersione, quanto piuttosto perche’ non e’ mai venuto alla luce un pilastro essenziale. mi riferisco al mai pervenuto decreto del ministro del lavoro che dovrebbe fissare il quantum fiscale e previdenziale richiesto alle aziende”, lo dichiara jean-rene’ bilongo , coordinatore osservatorio placido rizzotto/flai-cgil. “e’ surreale che il ministro del lavoro non abbia assolto questo suo preciso dovere ad oltre un mese dall’avvio della regolarizzazione. la regolarizzazione e’ un’opportunita’ preziosa per chi vive e opera nella marginalita’ sociale ed economica. e’ una via di fuga dal lavoro nero, dallo sfruttamento e dal caporalato. l’emersione qualifica l’ingresso di tanti, a pieno titolo in quanto titolari di diritti, nel circuito produttivo. il basso numero di domande fin qui presentate nel settore agroalimentare chiama in causa precise responsabilita’: in assenza del decreto, solo pochi temerari si avventurano al buio, senza indicazioni precise dei costi cui potrebbero andare incontro. cosi’ non puo’ andare. e’ ora di uscire da questo granitico immobilismo”, prosegue bilongo che conclude: “il lavoro degli immigrati non puo’ essere derubricato a questione periferica. le alchimie, i sotterfugi e le fughe in avanti non hanno cittadinanza quando e’ in ballo il presente e il futuro delle persone. altrimenti, ci si rende complici di un sistema pre-feudale che schiavizza, macina vite e insudicia il made in italy”.