“LE MONDE”: I PRODUTTORI FRANCESI NON SANNO COSA NE SARA’ DI LORO PER LE FESTE DI FINE ANNO

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avicoltori, viticoltori e ostricoltori tentano di anticipare gli effetti della crisi sanitaria su un periodo vitale per il loro fatturato, scrive “le monde”, riferendosi alle feste di fine anno. “cerchiamo di frenare la crescita come possiamo, razionando l’alimentazione e riducendo i programmi di illuminazione, ma ormai e’ partita, e fra un mese saranno pronti per lasciare gli hangar, crescono tutti i giorni”, dice jean michel SCHAEFFER, che ingrassa, da luglio, 2500 capponi destinati a pesare a fine percorso 4,3 chili. nella sua qualita’ di presidente dell’associazione nazionale interprofessionale avicoltori da carne (anvol), esprime la sua preoccupazione: “abbiamo grossi timori legati al covid-19 per il periodo di natale. se le riunioni familiari non si potranno fare, sara’ complicato vendere tacchini o capponi”. stessa preoccupazione nello champagne. “con la seconda ondata, il nostro morale e’ fluttuante. ci sara’ natale o no? siamo nella nebbia. se il confinamento si fa piu’ stringente, se i palazzi, i ristoranti, le frontiere restano chiuse, la situazione rischia di essere difficile”, spiega maxime TOUBART, presidente del sindacato generale dei viticoltori (sgv) dello champagne, che abitualmente vende 90 milioni di bottiglie tra novembre e dicembre, ovvero due terzi dei volumi annuali. il problema e’ analogo per i produttori di cioccolatini che, a partire dall’8 dicembre, realizzano un terzo del fatturato annuo. quanto agli ostricoltori, loro realizzano il 60-70% delle vendite tra il 15 e il 20 dicembre: le festivita’ sono a tutti gli effetti un periodo vitale per questi produttori come per quelli di foie gras. sempre meno, comunque, di quel che succede ai produttori di abeti, che dipendono al 100% dal natale, anche se a loro e’ stato promesso che potranno vendere anche in caso di lockdown totale.