RISORSE IDRICHE: ANBI, DOPO MALTEMPO INIZIO DICEMBRE I CORSI D’ACQUA SI NORMALIZZANO

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“dopo il maltempo di inizio dicembre, la situazione di fiumi e laghi si va normalizzando, spesso tornando sotto la media stagionale”, rende noto l’anbi-associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue sulla base dei dati dell’osservatorio anbi sulle risorse idriche. “ne e’ esempio il lago maggiore, ma tutti i grandi bacini lacustri sono in calo, pur mantenendosi la riserva idrica invasata in linea con la media del periodo 2006-2015 (+0,7%)”, precisa l’anbi. “abbondanti nevicate su tutto l’arco alpino ed anche sull’appennino hanno portato l’indice sw (snow water equivalent) a valori superiori alle medie di periodo, in alcune zone anche con picchi del +50%”, evidenzia l’anbi. “dopo la ‘morbida’ dovuta alle abbondanti precipitazioni sull’intero comprensorio, le portate del fiume po (a pontelagoscuro: 2.349 metri cubi al secondo) stanno stabilizzandosi su livelli tipici del periodo, pur rimanendo sopra la media storica (fonte: autorita’ di distretto del bacino del fiume po)”, prosegue l’anbi, che sottolinea: “analogo e’ l’andamento dei fiumi dell’emilia romagna (unica eccezione: il trebbia sotto media) e del veneto (adige, piave, brenta hanno livelli idrometrici superiori allo scorso anno), accomunate anche nell’analisi dell’andamento pluviometrico delle settimane recenti: il novembre dell’emilia romagna e’ stato infatti uno dei piu’ siccitosi degli scorsi 60 anni, registrando solo 30 millimetri di pioggia; complessivamente, dal 1° gennaio al 30 novembre, sono caduti sulla regione 600 millimetri di pioggia contro una media di mm. 800; stessa osservazione sul confinante veneto che, in novembre, con soli 14 millimetri di pioggia ha registrato -90% sul 2019: e’ il secondo valore piu’ basso dal 1994, confermato dall’analisi dei primi 2 mesi dell’anno idrologico, che inizia il 1 ottobre: sulla regione e’ piovuto il 26% in meno”. “e’ evidente che il terreno arido favorisce il fenomeno del ruscellamento e l’inarrestabile consumo di suolo accelera i tempi di corrivazione delle acque, accentuando le conseguenze della estremizzazione degli eventi atmosferici”, afferma francesco VINCENZI, presidente di anbi. “di fronte ad eventi meteo particolarmente violenti si e’ confermata fondamentale la presenza di bacini di espansione in grado di laminare le piene e di una rete idraulica minore pronta ad accogliere le acque di pioggia, allontanandole dai centri abitati”, aggiunge massimo GARGANO, direttore generale di anbi, nell’evidenziare che “purtroppo riusciamo a trattenere solo l’11% di questa risorsa da utilizzare nei momenti di scarsita’ idrica, trasformando cosi’ in beneficio, un elemento di vita, che troppo spesso l’imprevidenza umana trasforma in minaccia”. “per questo, ricordiamo sempre il nostro piano per l’efficientamento della rete idraulica che, accanto a 729 progetti definitivi ed esecutivi per la manutenzione straordinaria delle opere, prevede anche la realizzazione di 23 nuovi invasi, il completamento di altri 16 ed il ripristino funzionale di ulteriori 90. il tutto con un investimento di circa 4 miliardi e 339 milioni di euro, capaci di attivare oltre 21.000 posti di lavoro”, afferma GARGANO. “ad eccezione del serchio sono sotto media ed inferiori allo scorso anno le portate dei fiumi toscani (arno, sieve, ombrone), cosi’ come dei principali corsi d’acqua delle marche con le eccezioni del tronto (altezza idrometrica: cm.56 contro i cm. 39 del 2019) e del sentino, che ha livelli praticamente dimezzati rispetto ad un anno fa”, continua l’anbi, nel precisare che “anche l’umbria e’ stata penalizzata dalle piogge novembrine (mm. 36,13 rappresentano il quantitativo piu’ basso dal 2016)”. “curioso, a tal proposito, e’ l’andamento pluviometrico ‘a specchio’ dell’abruzzo: se ad avezzano si registra -58,2% sulla media di novembre, a scerni si evidenzia un + 58,3% a conferma della localizzazione degli eventi atmosferici”, afferma l’anbi, che prosegue: “nel lazio, al forte incremento delle disponibilita’ idriche nel fiume tevere e nel lago di nemi (dati: open ambiente regione lazio), si contrappongono i cali dei fiumi liri-garigliano e soprattutto sacco. i principali fiumi della campania (garigliano, volturno, sele) registrano valori dei livelli idrometrici inferiori a quelli della settimana scorsa, legati ai deflussi delle piene, attestandosi con quelli medi dell’ultimo quadriennio (dati: centro funzionale protezione civile regione campania). i volumi degli invasi sono in decisa crescita: piano della rocca sul fiume alento ha raggiunto il 68% della capacita’; conza della campania sul fiume ofanto e’ cresciuto di 7,4 milioni di metri cubi in una settimana”. “a beneficiare delle piogge continua ad essere la basilicata, che ha sistemato il deficitario bilancio idrico: i bacini, con 223,85 milioni di metri cubi, oggi segnano un surplus di oltre 16 milioni sul 2019”, sottolinea l’anbi. “sono in recupero anche gli invasi della puglia, che superano i 90 milioni di metri cubi d’acqua trattenuta, segnando, pero’, ancora un disavanzo di oltre 33 milioni sulla disponibilita’ 2019”, rileva l’anbi. “se in calabria, l’invaso di sant’anna sul fiume tacina, contenendo quasi 6 milioni di metri cubi d’acqua, segna il record del recente quadriennio, resta critica la situazione idrica in sicilia, i cui invasi segnano un calo di oltre 26 milioni di metri cubi d’acqua in un mese, ma soprattutto registrano un deficit di oltre 96 milioni sull’anno scorso”, evidenzia l’anbi, che conclude: “infine, la sardegna registra una disponibilita’ idrica pari a circa 1.176 milioni dimetri cubi, cioe’ il 66,25% della capacita’ dei bacini; l’anno scorso erano mmc. 1.319,21 pari al 74,30% della capacita’ complessiva d’invaso”.