ORTOFRUTTA: CIA, AGRICOLTORI SENZA GIUSTO REDDITO, PIU’ EQUITA’ PER SETTORE DA 15MLD

(riproduzione riservata)

“l’ortofrutta italiana e’ una vera superstar. rappresenta il 25,5% della produzione agricola nazionale per un valore di 15 miliardi, interessa una superficie di 1,2 milioni di ettari, coinvolge circa 300 mila aziende e, soprattutto, sta reggendo all’urto della pandemia, nonostante le difficolta’ gestionali, con picchi di vendite del +13% registrati durante il lockdown e acquisti sostanzialmente stabili lungo tutto il 2020. eppure, per gli agricoltori c’e’ ancora un enorme problema irrisolto nella catena del valore: in italia, infatti, si stima che, per frutta e ortaggi freschi, su 100 euro spesi dal consumatore, al produttore rimangano in tasca solo tra i 6 e gli 8 euro netti. ancora meno nel caso dei prodotti trasformati, dove il margine in campo all’imprenditore agricolo e’ inferiore ai 2 euro. una questione annosa che va necessariamente affrontata, senza ulteriori indugi, per dare vita a un nuovo ‘patto di sistema dell’ortofrutta italiana’ piu’ equo, moderno, efficiente, e rispondere cosi’ alle prossime sfide economiche e ambientali legate al green deal europeo che richiedono sempre maggiori standard di sostenibilita’”. e’ il messaggio lanciato da cia-agricoltori italiani – informa un comunicato dell’organizzazione – nel webinar ‘il valore nell’ortofrutta, dalla filiera al sistema’, che si e’ tenuto ieri sera, il primo di due appuntamenti dedicati al settore per supportare l’anno internazionale della frutta e della verdura 2021 promosso dalla fao. “la deperibilita’, i costi esterni come energia, packaging e trasporti, la complessita’ delle relazioni tra gli attori, la frammentazione della filiera e la difficolta’ ad attuare strategie condivise di sistema, sono tutti fattori che condizionano negativamente l’acquisizione del giusto reddito per i produttori ortofrutticoli”, spiega il comunicato, che prosegue: “per questo, secondo cia, ora e’ tempo di riequilibrare la ripartizione del valore a beneficio degli agricoltori e, per farlo, e’ necessario stimolare processi di aggregazione tra i produttori e costruire relazioni piu’ equilibrate e innovative tra tutti i soggetti del sistema ortofrutticolo, compresa la distribuzione”. “le strategie attraverso cui la produzione agricola puo’ recuperare o riuscire a trattenere una quota maggiore di valore aggiunto passano per aggregazione, azioni di promozione unitarie, sviluppo dell’economia contrattuale, contrasto alle pratiche commerciali sleali, operativita’ piena dell’interprofessione”, ha detto il presidente del gie ortofrutta di cia, antonio DOSI, nel corso del webinar, nell’aggiungere che accanto a questo e’ necessario incoraggiare “un patto fra gli attori della catena ortofrutticola e collaborare per eliminare inefficienze, aumentare la competitivita’ del settore, ridurre gli squilibri”. “d’altra parte, rafforzare la posizione degli agricoltori e accrescere la competitivita’ del comparto e’ una sfida importante anche per cogliere la crescente domanda di ortofrutta in tutte le sue molteplici declinazioni, compresa quella di nuovi servizi e informazioni”. sottolinea il comunicato, che spiega: “il covid, infatti, ha amplificato l’interesse verso una sana alimentazione, con il 57% degli italiani che consuma frutta e verdura perche’ ‘fa bene’ alla salute, e il suo consumo e’ universalmente riconosciuto come parte essenziale di una dieta equilibrata”. “con 25 milioni di persone nel paese obese o in sovrappeso, di cui il 25% bambini e adolescenti, e’ sempre piu’ importante inserire frutta e verdura nel carrello della spesa, con un occhio sempre piu’ attento alle caratteristiche del processo produttivo per il 55% delle famiglie (origine italiana, tracciabilita’, prodotto locale e/o biologico) e alla stagionalita’ per il 43%”, rileva il comunicato. “il settore ortofrutticolo e’ esposto a rischi enormi, legati agli eventi climatici come le terribili gelate di questi giorni, ma anche alle problematiche fitosanitarie e alla pressione competitiva globale”, ha spiegato il presidente di cia emilia-romagna, cristiano FINI, nell’evidenziare che “la ripartizione sbilanciata dei prezzi lungo la filiera rischia di indebolire in maniera irreversibile le aziende agricole, molte delle quali in grande sofferenza”. oggi “il consumatore riconosce un valore aggiunto a italianita’, territorialita’, qualita’ e sostenibilita’ e la produzione ortofrutticola nazionale, nella sua accezione di sistema potra’ cogliere a pieno le esigenze della societa’ e dei mercati se sara’ capace di rilanciare relazioni eque, sperimentare nuove soluzioni e garantire solidita’ a tutte le sue componenti”, ha affermato FINI. “un obiettivo in linea con la fao che, con l’anno internazionale della frutta e della verdura 2021, vuole da un lato stimolare il consumo di frutta e verdura e, dall’altro, evidenziare come ‘le catene di valore sostenibili e inclusive possono contribuire ad aumentare la produzione, a migliorare la disponibilita’, la salubrita’, l’accessibilita’ economica e la parita’ di accesso alla frutta e alla verdura, al fine di promuovere la sostenibilita’ economica, sociale e ambientale'”, conclude il comunicato.