(riproduzione riservata)
la pandemia di coronavirus ha modificato la tradizionale settimana della vendita en primeurs del bordeaux ma non l’ha fermata, spiega “Les echos”. dato che le 6000 persone che ordinariamente arrivano nella regione per vivere l’avvenimento non hanno potuto spostarsi, i campioni sono stati inviati per camion o aereo refrigerato e messi a disposizione in pochi giorni “per preservare questi vini instabili e fragili”, ha reso noto il presidente dell’unione dei grandi vini di bordeaux (ugcb) ronan LABORDE. 130 bottiglie di bianco e di rosso che rappresentano 13 denominazioni saranno cosi’ degustate in vari angoli del mondo corrispondenti ai maggiori mercati. “le degustazioni devono precedere il commercio, e’ un punto essenziale”, insiste LABORDE. la vendita en primeurs e’ una caratteristica dei grand cru del bordeaux e consiste nel vendere una parte dei vini ancora in barile, che saranno consegnati tre anni dopo. LABORDE scommette che quella del 2020 sara’ un’annata eccezionale, grazie alle condizioni meteo, e spera che gli acquirenti di bruxelles, parigi, shanghai, hong kong… sapranno riconoscerla.