ACCORDO ANBI-BANCA PROGETTO PER GESTIONE PNRR. INTERVISTA DI VINCENZI E GARGANO

(riproduzione riservata)

di Letizia Martirano

Per fare fronte alle scadenze del PNRR è stato di recente siglato un protocollo d’intesa tra Anbi e Banca Progetto, un istituto di credito che gestisce importantissime risorse di un fondo americano. Il Protocollo ha lo scopo di garantire tempi certi per il sostegno economico finanziario e tempi certi per le attività caratteristiche dei Consorzi di bonifica. “Abbiamo siglato questo accordo perché pensiamo che ci sia un perimetro vasto di operatività anche se siamo convinti che un no buono sia meglio di un cattivo si…perché tutto funzioni ci vuole una gestione dei Consorzi più efficace in tutte le realtà del Paese”, ha osservato Paolo FIORENTINO, ceo di Banca Progetto.

Alla presentazione dell’accordo è intervenuta la sottosegretaria per il Sud, Dalila NESCI, impegnata perché i piani del PNRR abbiano maggiori ricadute sul Mezzogiorno anche con un rafforzamento della pubblica amministrazione nell’area.

Il sottosegretario all’agricoltura, Francesco BATTISTONI, ha giudicato positivamente l’intesa nel ricordare il lavoro di squadra che il Mipaaf da anni porta avanti con Anbi. I progetti cantierabili sono di fondamentale importanza perché senza di questi il Paese rischia di vanificare l’opportunità del PNRR.

Molto soddisfatti del risultato raggiunto con il protocollo d’intesa il presidente di Anbi, Francesco VINCENZI, e il direttore generale, Massimo GARGANO, che lo hanno fortemente voluto. In questa intervista a due voci spiegano alcuni dettagli dell’operazione e i risultati che attendono.

Presidente VINCENZI qual e’ lo scopo del protocollo?

Abbiamo firmato il protocollo per dare un servizio al Paese con risposte nuove e diverse dal passato. Se il tempo e’ denaro, lo e’ ancor di piu’ davanti alle scadenze del Recovery Fund. La concreta capacita’ progettuale, che dimostrano i Consorzi di bonifica ed irrigazione, necessita di forti scelte pubbliche, ma anche di essere accompagnata da partner finanziari, che ne sposino l’approccio mirato alla sostenibilita’ ambientale, economica e sociale. E’ questa la premessa dell’innovativo protocollo d’intesa Anbi-Banca Progetto, costruito proprio attorno alla necessita’ di tempi certi per le scelte decisionali ed ora presentato ufficialmente.

Che vuol dire tempi certi, presidente?

Il protocollo d’intesa con Banca Progetto e’ imperniato sull’impegno dell’istituto di credito nel dare risposte alle esigenze degli enti consorziali entro tre settimane: un tassello esemplare per contribuire ad accelerare gli iter procedurali, che vedono in 15 anni il tempo medio per realizzare un’opera pubblica in Italia.

Tra le tante, qual e’, presidente VINCENZI, la sfida piu’ importante per Anbi?

Premesso che i Consorzi di bonifica sono pressoché gli unici a poter raccogliere la sfida del contrasto al climate change perché operano sul territorio e hanno messo a punto progetti ad hoc, cantierabili e realizzabili con tempistiche europee, per noi la scommessa piu’ urgente è quella della tutela e di garantire la disponibilità dell’acqua con l’impegno a far si che la transizione ecologica non sia un onere. E’ una scommessa da vincere per essere pronti a gestire l’acqua del futuro, perche’ il progredire della crisi climatica non concede ulteriori ritardi.

Quali sono i progetti piu’ importanti, direttore GARGANO?

Aree di espansione delle piene a difesa dei centri urbani, realizzazione del cosiddetto piano laghetti con invasi medio-piccoli, completamento dei bacini incompiuti soprattutto nel sud Italia.  Sono questi i tre obbiettivi, su cui stiamo lavorando e che dimostrano come l’azione dei Consorzi di bonifica ed irrigazione non sia a servizio solo dell’agricoltura, bensi’ del territorio intero. C’e’ poi il maxi progetto per utilizzare i big data a servizio della gestione dei circa 200.000 chilometri della rete idraulica del paese, confermando quanto l’acqua sia anche strumento d’innovazione e marker della societa’. Si tratta di progetti a cui già stavamo pensando da tempo immaginando un grande piano nazionale di oltre 4,5 miliardi che può partire assicurando il rispetto del termine del dicembre 2023 creando nuova vera occupazione. E’ una prospettiva non più solo agricola: riguarda infatti l’acqua per la montagna, per l’alta collina, per l’uso potabile, per l’energia idroelettrica che è la vera risposta alla “guerra” per la decarbonizzazione.

Cosa serve per realizzare questi obiettivi, direttore?

Per realizzare tutto cio’ serve un cambio di piano rispetto alla cultura dell’emergenza che sinora ha dominato in Italia e anche un accompagnamento finanziario, ma soprattutto la capacità di fare sistema fra Consorzi di bonifica, cittadini e portatori d’interesse del territorio; cito ad esempio quanto in accaduto a Firenze per la gestione urbana del fiume Arno che e’ un positivo esempio da prendere a “modello”. Comune, Consorzio e cittadini si sono uniti per realizzare un modello economico e sociale che ha dato nuova bellezza e centralità al fiume.

Direttore GARGANO pensa che riuscirete nei vostri obiettivi?

La cultura della emergenza ha tempi più lunghi di quella della prevenzione e della programmazione e qui il Paese è in ritardo ma i tempi dettati dall’Unione Europea possono invece aiutare ad invertire il trend. 7 miliardi all’anno è stata la stima ufficiale dei costi causati dai cambiamenti climatici in Italia per far fronte ai danni provocati all’economia dalla siccità o dall’eccesso di acqua, costi destinati a crescere nel futuro, mentre purtroppo oggi la retorica ambientale è ai massimi storici, allo stesso tempo e contestualmente si autorizzano le trivellazioni al delta del Po.