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“con un quarto della produzione agricola nazionale per un valore di 15 miliardi di euro, l’ortofrutta si conferma un comparto cruciale del made in italy. eppure le potenzialita’ di sviluppo e rilancio sui mercati interni ed esteri sono enormi, perche’ da un lato l’ortofrutta sconta ancora un gap infrastrutturale con criticita’ nella logistica e nelle fasi di stoccaggio e distribuzione, e dall’altro soffre una crescente pressione competitiva globale con un progressivo peggioramento nel rapporto concorrenziale con altri paesi produttori. due questioni da capovolgere con strategie di sistema per sfruttare al meglio anche il cambiamento impresso dal covid alle abitudini di consumo, con la meta’ delle famiglie che acquista frutta e ortaggi perche’ necessari a una dieta varia ed equilibrata (27%) e perche’ SALUTARI (23%)”, afferma cia-agricoltori italiani, nel riportare quanto emerso dall’ultimo webinar “il valore nell’ortofrutta, dalla filiera al sistema” organizzato da cia per sostenere l’anno internazionale della frutta e della verdura 2021 promosso dalla fao. “controllando sempre la stagionalita’ (63%), evitando gli sprechi (59%) e preferendo i prodotti freschi ai confezionati e surgelati (59%) dall’inizio della pandemia”, prosegue la cia, nel precisare che “per ridare slancio al comparto, prima di tutto occorre agire sulle infrastrutture”. “secondo i dati dell’osservatorio focus ortofrutta di nomisma presentati al webinar, infatti, il logistic performance index della world bank assegna all’italia solo il 19° posto, contro il primo della germania e il nono del regno unito”, spiega la cia, che continua: “basti pensare al costo per chilometro dell’autotrasporto, su cui viaggia il 90% dell’ortofrutta, pari a 0,43 euro in italia, quasi il doppio rispetto ai competitor tedeschi (0,30 euro) e spagnoli (0,28 euro)”. “il cambiamento di cui parliamo non puo’ che passare da qui”, ha detto il presidente nazionale di cia, dino SCANAVINO, nell’evidenziare che “l’italia ha un grande divario infrastrutturale che, attraverso gli 800 milioni del piano nazionale di ripresa e resilienza dedicati allo sviluppo della logistica nel settore agroalimentare, dovremo affrontare e superare: riduzione della spesa e dell’impatto ambientale del sistema dei trasporti, digitalizzazione dei servizi, miglioramento delle capacita’ di stoccaggio, dell’accessibilita’ ai servizi hub e della capacita’ logistica dei mercati all’ingrosso”. “tutto nell’ottica di rinnovare la catena di distribuzione e ampliare le tradizionali relazioni di filiera, per costruire un vero e proprio ‘patto di sistema’, con l’obiettivo di arrivare a una piu’ giusta ripartizione del valore (oggi su 100 euro spesi dal consumatore, solo 6/8 euro restano in tasca all’agricoltore), ma anche di raggiungere maggiori standard di sostenibilita’, eliminare le inefficienze, promuovere investimenti e innovazioni in scala, sviluppare progetti di promozione unitaria”, spiega la cia. “altrettanto fondamentale e’ riguadagnare competitivita’ sul fronte export”, sottolinea la cia, nel rilevare che “sebbene nel pieno della pandemia le esportazioni di ortofrutta fresca dall’italia siano cresciute piu’ della media del quinquennio precedente (+3,8% nel 2020 sul 2019 contro il +2,5% medio annuo tra il 2014 e il 2019), come dimostrano i dati dell’osservatorio nomisma per cia, il posizionamento dell’italia a livello globale sta perdendo quota”. “nei top 10 exporter di ortofrutta fresca nel mondo, il belpaese e’ nono in classifica, con 5 miliardi di fatturato sui mercati stranieri e una crescita del 32% in dieci anni”, precisa la cia, nell’evidenziare che “nello stesso lasso di tempo, paesi esportatori come usa, spagna e cina hanno raggiunto un giro d’affari annuo tra i 14 e i 17 miliardi nel 2020, con un incremento del +100% rispetto al 2010”. “competitor che corrono piu’ veloci, quindi, in particolare ‘l’avversario’ storico di madrid”, afferma la cia, che rileva: “in un decennio, infatti, la differenza nell’export ortofrutticolo tra italia e spagna e’ triplicata a +228%; colpa anche della burocrazia, con il ‘time to export’ dell’italia che e’ il doppio di quello spagnolo (19 giorni contro 10) e quasi il triplo di quello olandese e usa (rispettivamente 7 e 6 giorni)”. “il settore ortofrutticolo nazionale si trova quindi in uno scenario complicato dove, accanto alle pressioni competitive di mercato, i produttori soffrono sempre piu’ spesso gli effetti devastanti delle avversita’ climatiche”, ha evidenziato SCANAVINO, nel sottolineare che “per quanto importante, pero’, il mercato interno non e’ in grado di garantire da solo una tenuta della produzione ortofrutticola, anche perche’ e’ sempre piu’ esposto alla concorrenza estera”. per questo, ha continuato il presidente cia, “considerando anche le sfide a cui e’ chiamato il settore, come il green deal, non sono piu’ rinviabili gli interventi necessari a recuperare i gap di competitivita’ con i competitor, ne’ quelli finalizzati a rendere piu’ efficiente la filiera a livello nazionale”. “interventi che riguardano sia il sistema paese che le singole imprese, sfruttando tutte le opportunita’ offerte dal recovery plan, dalla pac (innovazione digitale, nuove tecnologie, gestione del rischio) e anche da nuove relazioni commerciali nell’area del mediterraneo, in particolare con i paesi del nord africa”, ha precisato SCANAVINO, nel concludere che, in questo quadro, “il patto di sistema tra tutti gli operatori della filiera e’ condizione indispensabile per la vera ripresa post covid e l’acquisizione della necessaria resilienza per affrontare le sfide future”.