ANBI, ALLARME PIEMONTE E LOMBARDIA, MENO ACQUA IN RISAIE, MENO ACQUA IN AMBIENTE, A RISCHIO RACCOLTI

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“tutto come previsto e ripetutamente denunciato: nell’area a cavallo tra piemonte e lombardia, la progressiva riduzione della semina tradizionale in sommersione (nel comprensorio dell’associazione irrigazione est sesia solo il 15% della superficie a riso e’ ancora coltivata con tale tecnica), non sta consentendo la ricarica della falda, con la conseguente, ridotta riattivazione dei fontanili a valle; il patrimonio agricolo ed ambientale novarese, vercellese e lomellino e’ minacciato dalla crescente diffusione della nuova tecnica della semina del riso a file interrate, la cosiddetta ‘semina in asciutta”, afferma l’anbi-associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue. “chiediamo una presa di coscienza ed adeguati interventi, affinche’ sconsiderate scelte agronomiche e miopi tesi ambientaliste non pregiudichino un territorio, candidato ad essere patrimonio unesco”, sottolinea francesco VINCENZI, presidente di anbi. “in questi giorni, infatti, nonostante le portate dei canali (ad iniziare dal ‘cavour’ e dal ‘regina elena’) siano a pieno regime, si evidenziano gravi ed estese situazioni di carenza idrica, localizzate soprattutto nella parte sud del comprensorio a causa dei mancati apporti di falda, conseguenza delle ridotte sommersioni delle risaie a monte e che apportavano circa il 30% del fabbisogno irriguo”, spiega l’anbi. “lo diciamo da tempo: e’ riduttivo considerare il riso solo come una coltivazione idroesigente; le risaie sono un delicato elemento equilibratore dell’assetto idraulico. non a caso sono considerate delle dighe in orizzontale, giacche’ trattengono l’acqua, permettendo il ravvenamento delle falde, ma sono anche un esempio di sostenibilita’ circolare, perche’ la stessa risorsa viene utilizzata piu’ volte nel suo scorrere verso valle”, sottolinea massimo GARGANO, direttore generale di anbi. “attualmente, per compensare la situazione aggravatasi in pochi giorni con l’incremento delle richieste, si e’ resa necessaria l’adozione di forti riduzioni nelle forniture irrigue (-35%)”, informa l’anbi, nel concludere che “i problemi inoltre sono destinati ad aumentare, in assenza di precipitazioni, allorche’ la sommersione delle risaie seminate ‘in asciutta’ coincidera’ con la prima bagnatura del mais; questa concomitanza determinera’ inevitabili criticita’ negli approvvigionamenti d’acqua, causando danni che possono arrivare, in alcuni casi, alla perdita dei raccolti come non avveniva dagli anni ’70 del secolo scorso”.