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“crollano le portate dei corsi d’acqua nel bacino del fiume po, dove si rilevano temperature fino a 3 gradi superiori alla media degli scorsi 20 anni: i cali piu’ evidenti si registrano coi fiumi maira e tanaro in piemonte mentre, in emilia, il savio scende ancora e le portate dell’enza sono ben al di sotto del minimo storico”, rende noto l’anbi-associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, che sottolinea: “diverse le zone del distretto padano a rischio siccita’: il biellese, l’astigiano, il cuneese e la citta’ di torino, in piemonte; la romagna e le zone del delta po (ferrara e rovigo), dove aumenta la minaccia d’intrusione del cuneo salino; sotto osservazione sono le zone emiliane del piacentino e del parmense; in lombardia e’ drastico il calo della riserva idrica: – 8.5% nella scorsa settimana (fonte: autorita’ di bacino distrettuale fiume po)”. “e’ allarme idrico anche per il grande fiume che, ovunque in calo, e’ al 30% della portata storica al rilevamento di piacenza per poi procedere con portate abbondantemente dimezzate fino alla foce (fonte: a.r.p.a.e.)”, informa l’anbi, che spiega: “causa di tali criticita’ e’ soprattutto la mancanza di precipitazioni: le piogge, infatti, segnano -34% (ca. -116 millimetri) sulla media emiliana degli scorsi 20 anni, raggiungendo punte di -50% in romagna e sui rilievi del bolognese. sulla zona dei bacini montani romagnoli, da inizio anno idrologico sono caduti finora 732 millimetri di pioggia: tale quantita’ in anni recenti e’ superiore solo a quella registrata nel siccitoso 2017 ed e’ inferiore di ben 195 millimetri a quanto registrato nel 2018”. “e’ una condizione molto preoccupante che nel breve abbisognera’ di concertazione fra tutti i portatori d’interesse, ma necessitano anche soluzioni programmate per ridurre i rischi di queste siccita’ ricorrenti”, afferma francesco VINCENZI, presidente di anbi, nel sottolineare che “in tale contesto il piano bacini e laghetti, elaborato con coldiretti, e’ la prima risposta concreta per l’acqua, per il potabile e la produzione di energia con il relativo contributo all’economia nazionale”. “al nord si registra un calo generalizzato dei grandi laghi, che comunque si mantengono in linea con l’anno scorso; garda e maggiore(97,8% del riempimento) rimangono sopra la media storica, mentre i livelli dell’iseo evidenziano un’evidente decrescita”, rileva l’anbi, che prosegue: “in veneto calano le portate di tutti i principali fiumi cosi’ come in toscana, dove l’arno ha fluenze inferiori al 30% della media mensile; idem per l’ombrone, che e’ vicino a raggiungere il livello minimo di deflusso vitale, necessario a garantire la vita del corpo idrico. la situazione e’ grave anche nelle marche, dove tutti i fiumi sono al di sotto delle portate degli anni scorsi ed il sentino e’ a 4 centimetri dal minimo storico; i bacini trattengono 41,16 milioni di metri cubi d’acqua: e’ il peggior dato dal siccitoso 2017, quando a giugno negli invasi c’erano 46,89 milioni di metri cubi (+mmc. 5,73)! restano sostanzialmente stabili le portate dei fiumi nel lazio, mentre sono in calo i livelli dei laghi di bracciano e soprattutto di nemi (-12 centimetri in una settimana), dove in giugno sono caduti soltanto mm. 17,6 di pioggia. la mancanza di piogge e’ alla base anche della situazione deficitaria per i volumi idrici trattenuti nella diga di penne in abruzzo, calati di quasi 2 milioni di metri cubi in un mese e praticamente dimezzati rispetto agli anni scorsi: oggi sono mmc. 3,93 ma erano mmc. 7,66 nel 2018 e addirittura mmc. 9,5 nel 2016. in campania, i fiumi sele, volturno e garigliano sono in calo, ma restano sopra la media del recente quadriennio; diminuiscono le disponibilita’ idriche negli invasi del cilento. in basilicata, i bacini segnano -10 milioni di metri cubi in una settimana (erano -7 nella stessa settimana 2020), mentre la disponibilita’ idrica negli invasi di puglia e’ calata di oltre 15 milioni di metri cubi in 7 giorni. l’estate 2021 pare, infine, destinata ad essere una delle stagioni piu’ siccitose del recente decennio in sicilia”. “il piano nazionale di rilancio e resilienza e’ una straordinaria opportunita’, che dobbiamo cogliere”, evidenzia massimo GARGANO, direttore generale di anbi, che conclude: “noi, con il piano di efficientamento della rete idraulica offriamo opportunita’ di concretezza per un investimento pari a circa 4 miliardi e 400 milioni di euro, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro”.