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“la definizione del piano strategico nazionale della pac 2023-2027 e il regolamento transitorio fino al 31 dicembre 2022, il ruolo del biologico negli ecoschemi e il rafforzamento del settore per la sua crescita in termini di superficie coltivata, ricerca e innovazione. questi gli ambiti d’azione per rendere l’agricoltura vera protagonista, con il biologico in testa, della transizione ecologia europea. questi gli asset strategici su cui capitalizzare trent’anni di attivita’ dall’emanazione del primo reg.ce sul biologico (2092/91) e centrali nella riflessione, in prospettiva, a vent’anni dalla nascita di anabio, l’associazione per la promozione del biologico di cia-agricoltori italiani che, in occasione della sua assemblea annuale, ha fissato le priorita’ per il settore”, rende noto un comunicato di cia, che prosegue: “guarda all’europa, anabio-cia, quale cruciale terreno di sviluppo di un settore, il biologico, che solo in italia conta 2 milioni di ettari coltivati, impegna 80.000 operatori e vale 3,5 miliardi di euro. in primo luogo, con un piano strategico nazionale della pac che sappia fornire misure e opportunita’ in grado di far superare l’eterogeneita’ dei comportamenti a livello regionale, per ragionare come sistema paese. in secondo luogo, con il mantenimento dell’agricoltura biologica negli ecoschemi, per fornire, attraverso il I e il II pilastro della pac, le risorse necessarie a tutti i produttori bio, con la possibilita’ di dare impulso ai distretti e alla sperimentazione in aree votate all’agricoltura”. “e’ fondamentale poi, precisa anabio-cia, che al piano europeo per il promozione del biologico, faccia seguito un psn che investa nella valorizzazione del settore con progetti agro-ambientali collettivi per incentivare gli agricoltori e iniziative di engagement tra le comunita’ di cittadini, come nelle mense scolastiche”, riporta il comunicato, che sottolinea: “tra le priorita’, infine, l’attenzione ai mercati in crescita nei paesi terzi, il miglioramento del sistema di tracciabilita’, l’introduzione della certificazione di gruppo, la raccolta dei dati e un’opportuna dotazione finanziaria da destinare alla ricerca sul campo. serve adottare l’approccio agroecologico nella sua interdisciplinarita’, molto valido per l’agricoltura bio con obiettivo non solo il rendimento produttivo, ma anche la conservazione del suolo e della biodiversita’, la sicurezza e la qualita’ dei prodotti e una migliore promozione di produzione e consumo locale”. “secondo anabio-cia, il biologico italiano puo’ cogliere con intelligenza questo straordinario periodo di riforme e investimenti, applicando le innovazioni tecnologiche disponibili e finanziabili dai diversi programmi comunitari e aggiornando anche il metodo di produzione con le recenti acquisizioni in campo agroecologico”, evidenzia il comunicato, che spiega: “il settore puo’ muoversi, inoltre, verso una crescita ragionata della superficie coltivata, puntando, da una parte, su bio-protezione delle colture, sistemi di supporto alle decisioni e sementi certificate. dall’altra, sollecitando un’analisi d’impatto da parte della commissione ue e dell’italia per capire gli effetti di un aumento della produzione biologica su agricoltura totale, tenuta delle aziende del settore e, infine, sui cittadini/consumatori”. “come raccontano i primi 20 anni di anabio il nostro compito, attraverso l’associazione, sara’ sempre quello di migliorare la capacita’ di accesso dei produttori biologici ai finanziamenti disponibili sia a livello ue che nazionale, oltre il consolidamento dell’importante ruolo di rappresentanza costruito nel tempo con le istituzioni, a tutela e valorizzazione del settore e dei suoi protagonisti”, ha detto il presidente nazionale di cia-agricoltori italiani, dino SCANAVINO, nel concludere che “infine, la transizione ecologica che ci attende, richiede anche per il settore bio, l’attivazione di una cabina di regia, al fine di assicurare continuita’ e integrazione a livello locale, regionale, nazionale e comunitario. cia resta pronta a fornire, anche in questo caso, il suo contributo”.