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“il momento che stiamo vivendo e’ particolarmente stimolante: dopo la crisi che ha cambiato anche la nostra quotidianita’ abbiamo la forza economico-finanziaria dei fondi per la ripartenza” per ricostruire il sistema, ha esordito il presidente di cia-agricoltori italiani dino SCANAVINO nel suo intervento al forum nazionale del vino realizzato in collaborazione con uiv-unione italiana vini. SCANAVINO ha pero’ messo in guardia anche sulla “grande responsabilita’ di non sprecare il denaro, trovando una via condivisa” per il suo utilizzo. il bisogno di non disperdere le risorse e’ stata richiamata anche dal ministro stefano PATUANELLI, che per questo ha evidenziato la necessita’di “mettere in campo politiche coerenti per raggiungere gli obiettivi”. per SCANAVINO, inoltre, “l’italia vitivinicola puo’ essere leader nel mondo, a patto che venga sviluppata un’idea integrata di sistema, riconoscendo i vini comuni come vini base e avvalorando i differenti livelli di prezzo delle denominazioni”. cio’ richiedera’ un cambio di mentalita’ per uscire dai campanili delle varie denominazioni, ma anche regionali, cosi’ da avere un uso efficace delle risorse per la promozione, come ha sottolineato il presidente di uiv ernesto ABBONA. tema centrale per la ripartenza e’ la promozione, i cui fondi, secondo ABBONA “vanno assegnati secondo un sistema piramidale con i vini leader sul mercato internazionale come capisaldi e trainanti dell’export”. al forum hanno partecipato anche paolo DE CASTRO, coordinatore s&d comagri dell’europarlamento (con un messaggio video) e herbert DORFMAN, coordinatore ppe comagri al parlamento europeo, che hanno portato alcuni spunti di riflessione sulla nuova pac. secondo DE CASTRO, “il settore vinicolo e’ forse quello piu’ toccato dalla riforma ma grazie all’attenzione della commissione agricoltura del parlamento europeo le richieste di garanzie e strumenti fatte dagli stakeholder italiani ed europei sono state raggiunte”. per DORFMAN, i punti di interesse per il settore sono molti e tra questi molto importante nella nuova pac e’ l’opportunita’ di avere un fondo per la gestione del rischio per calamita’, come richiesto dall’italia. DORFMAN ha anche difeso i vini dealcolizzati, ipotizzando un ampliamento del mercato alla larga fascia di consumatori nel mondo che non possono bere vino per motivi religiosi o di salute. il forum del vino e’ stata anche l’occasione per presentare i numeri del settore: dopo l’anno della pandemia, che ha visto un crollo medio dei fatturati del 15% secondo l’ufficio studi cia e dell’osservatorio uiv, il vino made in italy ha innescato la risalita e per fine 2021 e’ atteso un rimbalzo del 9%. ma per tornare ai livelli pre-covid, vale a dire ai 13 miliardi di euro di valore alla produzione del 2019, bisognera’ attendere la ripresa stabile della ristorazione e del turismo, cosi’ come del commercio mondiale. nel frattempo, secondo quanto emerso dal forum, occorrera’ puntare su nuovi canali, mercati e trend, scommettendo sull’e-commerce (+120% nei primi sei mesi del 2021), sull’export in paesi strategici come la cina (+22% nel primo quadrimestre) e sul boom del vino rosato, che si affianca a quello delle bollicine italiane, avviate verso 1 miliardo di bottiglie prodotte entro i prossimi tre anni. per l’anno in corso, cia e uiv prevedono per il vino tricolore un giro d’affari di circa 11 miliardi di euro, mantenendo intatto il secondo posto nella classifica globale dei maggiori paesi esportatori dopo la francia, con una quota del 20% sul totale del vino esportato nel mondo. positive le prospettive del vigneto italia, con un potenziale produttivo in crescita fino a toccare gli 800.000 ettari entro il 2025, anche per merito della pac con la proroga dei diritti d’impianto e nuove opportunita’ per migliaia di giovani. “la lunga crisi pandemica ha segnato un punto di rottura nel settore che, per un rilancio vero, ha bisogno di uscire dalla logica emergenziale dei ristori per puntare sulla promozione con l’obiettivo di competere sui mercati esteri, ma anche su un progetto di settore che sia trainante per tutte le aree rurali del paese”, ha sintetizzato luca BRUNELLI, presidente della cia toscana e responsabile nazionale area politiche vitivinicole. “dobbiamo essere in grado di valorizzare l’unicita’ delle piccole e medie imprese, promotrici di territorio e cultura, puntare su alleanze nuove con il settore fieristico e piu’ innovative e mirate modalita’ di scambio con i buyer esteri”, ha affermato SCANAVINO. “chiediamo fortemente che lo strumento della promozione ue sia difeso a livello europeo contro le politiche proibizioniste della commissione e chiediamo al ministro PATUANELLI di farsi promotore di una campagna istituzionale per il rilancio dell’immagine del nostro Paese attraverso la narrativa dei suoi territori vitivinicoli e delle sue tipicita’ agroalimentari”, aggiunto ABBONA. ilruolo di vinitaly e’ stato meso ampiamente in evidenza dal direttore generale giovanni MANTOVANI.