PRANDINI (COLDIRETTI), BENE DRAGHI SU FOOD COALITION AL PRE VERTICE FOOD ONU

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“i prezzi mondiali dei prodotti alimentari hanno fatto segnare un aumento del 33,9% rispetto allo scorso anno per effetto delle tensioni generate dall’emergenza covid che ha tagliato il potere di acquisto e aumentato la poverta’ alimentare”, emerge da un’analisi della coldiretti sulla base dell’indice prezzi fao a giugno diffusa in occasione dell’avvio del pre-summit dell’onu sui sistemi alimentari nel corso del quale e’ intervenuto il presidente del consiglio mario DRAGHI. “a tirare la volata – precisa la coldiretti – sono i prezzi internazionali dei cereali cresciti del 33,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre i prodotti lattiero caseari sono saliti del 22% rispetto all’anno scorso ma va anche segnalato il balzo del 15,6% nelle quotazioni della carne”. “con la pandemia da covid – continua la coldiretti – si e’ aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza per gli effetti dei cambiamenti climatici che spinge la corsa dei singoli stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione. la paura di non poter soddisfare i bisogni primari come il cibo ha convinto la stessa unione europea a lanciare una consultazione pubblica per raccogliere contributi dagli operatori, ma anche dalle autorita’ e dai cittadini per realizzare un piano finalizzato a conquistare l’autosufficienza alimentare”. “ma, come ha ricordato il presidente DRAGHI, anche l’italia e’ scesa in campo con la food coalition, formata da oltre 40 paesi, che come primo atto ha visto la nascita della prima coalizione mondiale dei farmers market per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessita’ di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo”, osserva la coldiretti. “l’emergenza covid – rileva la coldiretti – sta, infatti, innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime anche nel settore agricolo nazionale che ha gia’ sperimentato i guasti della volatilita’ dei listini in un paese come l’italia che e’ fortemente deficitaria ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitivita’ rispetto ai concorrenti stranieri”. “nell’immediato – sostiene la coldiretti – occorre pero’ garantire la sostenibilita’ finanziaria delle stalle affinche’ i prezzi riconosciuti alla stalle per latte e carne non scendano sotto i costi di produzioni in forte aumento per effetto dei rincari delle materie prime alla base dell’alimentazione degli animali. proprio per i ritardi infrastrutturali in italia – spiega la coldiretti – si trasferiscono solo marginalmente gli effetti positivi delle quotazioni sui mercati internazionali che invece impattano molto piu’ pesantemente sul lato dei costi per le imprese soprattutto impegnate nell’allevamento che stanno affrontando una grave crisi”. “l’aumento delle quotazioni – sottolinea la coldiretti – conferma che l’allarme globale provocato dal coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualita’ e sicurezza ma anche le fragilita’ presenti in italia sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranita’ alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare nuovi posti di lavoro”. “per cogliere una opportunita’ unica abbiamo elaborato e proposto progetti concreti immediatamente cantierabili per l’agroalimentare che sono stati inseriti nel pnrr per favorire una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni”, afferma il presidente della coldiretti ettore PRANDINI nel ricordare che “digitalizzazione delle aree rurali, recupero terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in citta’, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari dai cereali all’allevamento, dalla quarta gamma fino all’olio di oliva sono alcuni esempi di questi piani strategici elaborati dalla coldiretti insieme a filiera italia nell’ambito del recovery plan. bisogna ripartire dai nostri punti di forza e l’italia – conclude PRANDINI – e’ prima in europa per qualita’ e sicurezza dell’alimentazione dove e’ possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero”.