CIBUS: PRANDINI (COLDIRETTI), ITALIA RAGGIUNGE L’AUTOSUFFICIENZA ALIMENTARE

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l’italia raggiunge per la prima volta nella storia recente l’autosufficienza nella bilancia alimentare con le esportazioni di cibi e bevande nazionali che hanno superato in valore le importazioni dall’estero, sotto la spinta del cambiamento nei consumi e nel commercio determinati dall’emergenza covid, secondo quanto emerge da uno studio della coldiretti presentato nell’area dell’organizzazione al padiglione 6 – stand b012 del salone cibus 2021 inaugurato con la presenza del presidente nazionale ettore PRANDINI. e’ un cambiamento senza precedenti – precisa la coldiretti – realizzato sotto la spinta della “fame” di made in italy all’estero, nonostante le difficolta’ determinate dalle chiusure della ristorazione in tutto il mondo, ma anche – secondo la coldiretti – dalla scelta patriottica nei consumi degli italiani che hanno privilegiato la qualita’ dei prodotti nazionali anche per sostenere l’economia ed il lavoro del paese. restano comunque – rileva l’organizzazione da potenziare una serie di produzioni per coprire quelle per le quali si registra un deficit, a cominciare da frumento tenero e duro, mais, soia e carnebovina e suina. “per questo occorre cogliere le opportunita’ offerte dal pnrr con la digitalizzazione delle aree rurali, recupero terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in citta’, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua e produrre energia pulita, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori produttivi deficitari previsti nei progetti strategici elaborati dalla coldiretti insieme a filiera italia per la crescita sostenibile a beneficio del sistema paese”, ha affermato il presidente della coldiretti ettore PRANDINI nel sottolineare che “per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia made in italy serve pero’ agire anche sui ritardi strutturali dell’italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra sud e nord del paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocita’, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”. “una mancanza che ogni anno – continua PRANDINI – rappresenta per il nostro paese un danno in termini di pil per le minori opportunita’ di export al quale si aggiunge il maggior costo della ‘bolletta logistica’ legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci con un aggravio che si attesta sui 13 miliardi all’anno secondo il centro studi divulga”. “l’emergenza globale provocata dalla pandemia ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualita’ e sicurezza per questo servono sistemi di etichettatura trasparenti sull’origine delle materie prime e che non siano ingannevoli e nello stesso tempo, non possiamo pensare a un modello dove vi sia spazio per l’artificio e i cibi sintetici, dove si assista alla concentrazione eccessiva dei fattori produttivi, dove prevalga l’interesse particolare delle grandi multinazionali che spingono per l’omologazione su un modello in sostanza dove il cibo sia sempre una commodity” conclude PRANDINI nel sottolineare che invece “con la nostra idea di filiera sostenibile vogliamo affrontare il futuro non solo creando valore economico, ma guardando anche alla sua distribuzione e alla capacita’ di restituire valori positivi, sotto il profilo ambientale, sociale, territoriale”.