EMILIA ROMAGNA: CONFAGRICOLTURA PRESENTA IL BILANCIO DELL’ANNATA AGRARIA 2021

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un comunicato di confagricoltura emilia romagna rende noto che: “l’annata agraria 2021 passera’ alla storia come una ‘tempesta perfetta’ generata da variabili climatiche e sviluppi pandemici, con effetti disastrosi sui costi produttivi delle aziende agricole. in emilia-romagna frenano i comparti della frutta e degli allevamenti; bene il grano e il parmigiano reggiano. rischiano di chiudere le stalle di latte alimentare e si ridurranno le coltivazioni di mais. lo sguardo d’insieme parte dal settore frutticolo che conta 4 milioni di giornate lavorative annue, ‘una catena del valore che va supportata – sottolinea il presidente di confagricoltura emilia romagna, marcello BONVICINI – con l’immediato rifinanziamento del fondo di solidarieta’ nazionale, in aggiunta ai 160 milioni gia’ approvati dal dl sostegni bis (legge di stabilita’ 2021), e la modifica alla legge 102/2004 contro le calamita’ naturali, perche’ inadeguata a tutelare il patrimonio aziendale e, con esso, l’intero sistema frutticolo regionale’. l’esplosione dei prezzi delle materie prime destinate all’alimentazione animale (dal mais agli integratori, al frumento e all’orzo), piega le filiere zootecniche gia’ in crisi, oggetto peraltro di continui attacchi. ‘occorre una visione di lungo periodo, sulla quale far convergere le risorse del pnrr – sostiene il presidente BONVICINI mandando un messaggio alle istituzioni – una strategia che metta al centro gli allevamenti, per il loro ruolo insostituibile nella produzione di materie prime destinate alle dop dell’emilia-romagna e per la ‘rivalutazione’ a fini energetici (biogas e biometano) degli effluenti zootecnici; di piu’, i liquami e il digestato proveniente dagli impianti agricoli diventano un concime prezioso visti i rincari sui fertilizzanti minerali’. aleggia lo spettro della chiusura di tante stalle in regione. il segnale d’allarme arriva dagli allevamenti di bovine da latte ad uso alimentare: crescono infatti i volumi di latte per fare il parmigiano reggiano (+ 3,9% nei primi 10 mesi dell’anno), ma rallentano gli altri. ‘la tenuta della filiera del latte alimentare e’ a rischio – spiega il presidente di confagricoltura emilia romagna – i produttori scontano la mancanza di aggregazione e programmazione dell’offerta in condizioni di mercato volatile’. il latte spot e’ quotato oggi 50 centesimi al litro sulla piazza di verona, tuttavia gli allevatori percepiscono dai 37 ai 42 cent/litro in base a contratti ‘ingessati’ che non tengono conto del boom dei costi’. anche il settore suinicolo sta vivendo una fase di profonda trasformazione in emilia-romagna e si concentrera’ sempre piu’ nelle mani di pochi grandi attori, anche per sostenere gli oneri richiesti dagli adempimenti nell’ambito degli eco-schemi (pac post 2023). gli allevatori mostrano cautela di fronte all’imprevedibilita’ dei mercati. le quotazioni dei suini da ingrasso sono precipitate nel 2020 raggiungendo il minimo storico di 1 euro al chilo; fino a ottobre di quest’anno il prezzo si e’ attestato ai livelli bassi per poi risalire e raggiungere il valore attuale di 1,62 euro/chilo. restano comunque da adeguare i listini di vendita alla gdo. qualche spiraglio potrebbe invece aprirsi sui mercati internazionali perche’ la cina, che e’ il player principale, ha ricominciato ad acquistare carni in europa. il boom dei costi spinge gli agricoltori a cambiare i piani colturali 2022. converra’ produrre soia piuttosto che mais. secondo le stime di confagricoltura emilia romagna, caleranno almeno del 20% le superfici coltivate a mais in regione (da 100 a 80 mila ettari complessivi), stravolgendo l’orizzonte delle principali province produttrici: ferrara (30 mila ettari nel 2021), piacenza (20 mila) e bologna (15 mila). la perdita di interesse per la coltura e’ dovuta principalmente alla fiammata dell’urea, che e’ infatti passata da 30 a oltre 90 euro al quintale. prevale l’incertezza sulle superfici da investire a pomodoro da industria. la parte agricola tiene il punto: bisogna ridurre del 10% gli ettari coltivati in regione rispetto all’anno passato (27 mila totali), quando non e’ stato raccolto tutto il pomodoro in campo perche’ eccessivo rispetto al potenziale di trasformazione del bacino – nonostante gli stabilimenti di trasformazione abbiano lavorato per 75 giorni senza interruzioni -; secondo, la trattativa tra produttori e industriali sul prezzo per la campagna 2022 deve chiudersi entro il mese di gennaio, per consentire agli agricoltori di scegliere se continuare a coltivare anche a fronte di un aumento dei costi che va oltre i 900 euro a ettaro su un ammontare complessivo di 5.000 euro/ha circa (la voce di spesa include gli agrofarmaci per la difesa della pianta, i fertilizzanti, i mezzi per l’irrigazione a partire dai tubi in polietilene e pvc, come pure le piantine e non da ultimo l’energia e il gasolio). il rallentamento degli scambi commerciali ha preso alla sprovvista il mondo del vino creando una voragine nella fornitura di tappi, bottiglie, etichette e scatole, tale da mandare in tilt le cantine alle prese con omaggi e confezioni natalizie. risultato: ordini inevasi o comunque ritardati in prossimita’ delle feste. inoltre, i produttori che esportano in paesi extra ue si trovano a fronteggiare incrementi del 50%, e anche piu’, sulle spese di spedizione dei container; non va bene nemmeno chi invia la merce in italia o in europa utilizzando il trasporto su gomma: + 15-20%. fine d’anno poco soddisfacente per la ristorazione in agriturismo: sono fioccate fino al 80% di disdette per pranzi/cene degli auguri e per il cenone di capodanno. come sottolinea agriturist emilia romagna, che rappresenta le strutture associate a confagricoltura, ‘incide la paura del contagio e l’obbligo di certificazione verde per i ragazzi dai 12 ai 18 anni. per molti genitori pro vax e’ ‘mission: impossible’, una lotta contro il tempo, infatti il green pass scatta solo dopo 15 giorni dalla prima dose’. neanche le camere sono sold out tra natale e l’epifania, ma c’e’ ottimismo perche’ si sta confermando il trend estivo: gli italiani apprezzano la vacanza all’insegna della natura e il soggiorno negli agriturismi, colmando cosi’ il vuoto lasciato dalla scarsa presenza di turisti stranieri”.