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“le cooperative lanciano un appello per una reindustrializzazione della francia agricola” e’ il titolo di un articolo di marie josee COUGARD comparso su “les echos” alla vigilia del congresso annuale della cooperazione agricola francese. COUGARD ha parlato con il presidente dell’organizzazione, dominique CHARGE’, che raggruppa 2.200 coop, per un fatturato totale di 86,6 miliardi di euro, pari al 40% del totale dell’attivita’ agroalimentare nazionale. nel momento in cui l’agricoltura deve rilanciare la produzione – dice CHARGE’ – “la controversia con la societa’ nel suo complesso ci preoccupa. i francesi non accettano ne’ le condizioni in cui l’agricoltura si esercita ne’ quelle della trasformazione agroalimentare”. dal punto di vista degli operatori professionali, la questione che si pone e’ quella del futuro economico dell’agricoltura nazionale e delle scelte politiche da fare per rispondere a una serie di domande, continua. ci daremo i mezzi per rilanciare la produzione e la trasformazione sapendo che l’80% del pollame consumato nella ristorazione commerciale e’ importato? come fare a non perdere piu’ valore sul pomodoro prodotto in francia ma trasformato in salsa altrove o le patate esportate in belgio e reimportate sotto forma di patate fritte? “si lasciano andare i posti di lavoro, i margini, i redditi e le capacita’ di investimento”, aggiunge desolato CHARGE’. il consumatore, dice, e’ schizofrenico, “vuole magiare francese, ma non accetta lo strumento industriale!”, prosegue il presidente della cooperazione agricola.