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“pur con alcune situazioni in controtendenza, i dati settimanalmente raccolti dall’osservatorio anbi sulle risorse idriche testimoniano una situazione di scarsita’ idrica in tutto il nord italia, un ridimensionamento delle portate fluviali in alcune regioni centrali e buone disponibilita’ d’acqua nei bacini meridionali”, rende noto l’anbi, che evidenzia: “il dato piu’ eclatante e’ quello del fiume po, che ha portate praticamente dimezzate rispetto ad un anno fa. a piacenza, con un flusso pari 379,7 metri cubi al secondo, e’ arrivato vicino ai minimi storici mensili: e’ il dato piu’ basso degli ultimi 16 anni; in tutto il 2021, sono stati solo 7 i giorni (tutti compresi fra luglio ed agosto), in cui la portata e’ scesa sotto il livello attuale”. “questa condizione di magra invernale riguarda anche gli altri fiumi dell’emilia romagna con nure e secchia, che restano sotto il minimo storico, mentre gli altri sono al di sotto delle medie mensili”, spiega l’anbi, nell’aggiungere che “l’andamento pluviometrico e’ comunque nella norma, seppur sul ferrarese (a nord della foce del reno) si segnala il quinto peggior risultato degli ultimi 30 anni: 143 millimetri dal 1° ottobre”. “l’accentuato andamento torrentizio anche dei corsi d’acqua piu’ importanti della regione, a fronte di un andamento pluviometrico complessivamente stabile, seppur localmente accentato nei picchi, evidenzia una volta di piu’ la necessita’ di nuovi invasi, capaci di calmierare le disponibilita’ idriche”, afferma francesco VINCENZI, presidente di anbi, nel sottolineare che “la loro multifunzionalita’ sarebbe ancor piu’ significativa in periodi, come l’attuale, in cui piu’ evidenti sono le conseguenze della dipendenza energetica del nostro paese”. “si confermano particolarmente basse anche le portate dei fiumi piemontesi, con l’eccezione della dora baltea, che gode da mesi di una condizione straordinariamente favorevole a partire dal tratto valdostano; per il resto, i flussi attuali sono in linea (tanaro), se non addirittura inferiori (sesia e stura di lanzo) con quanto registrato nei mesi estivi, mentre il pesio tocca il record negativo di 2,5 metri cubi al secondo (fonte: arpa piemonte)”, informa l’anbi, che continua: “anche i fiumi veneti sono in calo di portata (soprattutto adige e brenta), cosi’ come l’adda, in lombardia. ad ulteriormente preoccupare e’ il finora scarso potenziale idrico, stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico ed il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra -57.6%”. “il perdurare delle temperature rigide contribuisce all’attuale magra, che puo’ essere un campanello d’allarme per la prossima stagione irrigua”, spiega meuccio BERSELLI, segretario generale dell’autorita’ distrettuale del fiume po. “va peraltro ricordato che proprio i cambiamenti climatici, gia’ fattori dell’estremizzazione degli eventi atmosferici, sono pure causa del progressivo anticipo della stagione irrigua”, aggiunge massimo GARGANO, direttore generale di anbi. “lo scenario e’ deficitario anche per le risorse trattenute nei grandi invasi settentrionali (lario: 11,8% di riempimento); escludendo il garda, presentano volumi invasati, inferiori rispetto al periodo: il lago di como registra -66%, l’iseo -33%, mentre nel lago maggiore mancano all’appello 50 milioni di metri cubi, con valor idrometrici da tardo periodo estivo”, afferma l’anbi, che prosegue: “scendendo lungo la penisola, si conferma la ripresa dei corsi d’acqua marchigiani, mentre rallenta il trend positivo dei fiumi toscani, soprattutto di ombrone ed arno, che comunque rimane in linea con la media mensile (fonte: centro funzionale regione toscana). nel lazio si evidenzia uno stato di sofferenza idrica nel bacino del fiume liri-garigliano, cosi’ come in campania, dove calano i livelli di tutti i principali serbatoi idrici, toccando valori inferiori alla media del recente quadriennio; i livelli idrometrici dei fiumi garigliano, volturno, sarno e sele risultano in diminuzione, essendo mancate precipitazioni rilevanti e con una ancora scarsa ricaduta dell’acqua di neve dalle alte quote; in calo anche i volumi dei bacini del cilento e del lago di conza, entrambi con valori inferiori ad un anno fa”. “pur continuando a crescere, segnalano un rallentamento anche le disponibilita’ idriche in basilicata e puglia, dove si registra un incremento rispettivamente di 15 e 11 milioni di metri cubi; l’anno scorso, nello stesso periodo, l’accumulo settimanale era stato, pero’, di 27 e 16 milioni”, informa l’anbi, che conclude: “permangono ottime le perfomance dei bacini calabresi ai livelli massimi dal 2015, grazie all’andamento pluviometrico: nel comprensorio della diga di monte marello, tra novembre e dicembre, sono caduti 246 millimetri di pioggia. infine, sono finalmente confortanti i dati dei bacini siciliani: dopo un autunno “asciutto”, dicembre ha registrato un incremento mensile dei volumi pari al 35% arrivando a +78% rispetto sull’anno precedente (fonte: dipartimento regionale dell’autorita’ di bacino del distretto idrografico della sicilia)”.