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“lo scorso anno sono aumentare del 55% le esportazioni dalla russia in italia con un aumento rilevante del deficit commerciale del nostro paese che ha raggiunto i 6,3 miliardi di euro nel 2021. e’ quanto emerge dall’analisi della coldiretti in riferimento all’incontro del leader russo vladimir PUTIN con sedici rappresentanti di grandi imprese italiane anche dell’alimentare da barilla a cremonini che ha sollevato il problema dell’embargo all’alimentare made in italy”, rende noto un comunicato stampa della coldiretti. “un appuntamento in piena crisi ucraina con effetti sui mercati dal gas al grano, il cui prezzo internazionale e’ balzato di quasi il 10% in una sola settimana al chicago board of trade (cbot). se le esportazioni italiane riguardano principalmente i prodotti dell’attivita’ manifatturiera per un totale stimato di circa 7,6 miliardi, dalla russia arrivano beni per un valore di circa 13,9 miliardi soprattutto prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere, metalli di base, coke, prodotti petroliferi e anche circa 100 milioni di chili di grano nel 2021 con il paese di PUTIN che e’ il principale esportatore mondiale. le esportazioni made in italy invece sono aumentate nel 2021 di appena l’8,8% e a pesare sul deficit continua ad essere l’embargo deciso da PUTIN per i principali prodotti agroalimentari made in italy con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014, e da allora sempre prorogato, come risposta alle sanzioni decise dall’unione europea, dagli usa ed altri paesi per la vicenda ucraina”, prosegue la coldiretti. “il decreto di embargo tuttora in vigore colpisce una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti dall’italia che ha perso 1,5 miliardi di export negli ultimi 7 anni e mezzo dall’entrata in vigore. l’agroalimentare e’, fino ad ora, l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in russia dei prodotti made in italy presenti nella lista nera, dal parmigiano reggiano al grana padano, dal prosciutto di parma a quello san daniele, ma anche frutta e verdura”, sottolinea la confederazione. “al danno diretto delle mancate esportazioni in russia si aggiunge la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in italy, realizzati in russia come parmesan, mozzarella, robiola, o nei paesi non colpiti dall’embargo come scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta made in bielorussia, ma anche salame milano, parmesan e gorgonzola di produzione svizzera e parmesan o reggianito di origine brasiliana o argentina. nei supermercati russi si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella ‘casa italia’ all’insalata ‘buona italia’, dalla robiola unagrande alla mortadella milano. il danno riguarda anche la ristorazione italiana in russia che, dopo una rapida esplosione, ha dovuto rinunciare ai prodotti alimentari made in italy originali”, conclude la coldiretti.