TEA IN VITICOLTURA: ALLEANZA COOPERATIVE, ADEGUARE QUADRO NORMATIVO E PROMUOVERE NUOVO APPROCCIO

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“la cooperazione vitivinicola e’ convinta che la strada del futuro sia quella della sostenibilita’, del rispetto dell’ambiente e della salubrita’ dei prodotti: servono tuttavia soluzioni che possano rafforzare questo approccio, anche per meglio aderire al nuovo quadro politico definito dalla pac post-2023 e dalla strategia farm to fork: in questo contesto, le varieta’ resistenti o tolleranti, e in futuro le moderne tecnologie, potranno potenzialmente contribuire a mantenere e migliorare i livelli di competitivita’ e di produttivita’, nonche’ a raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati al 2030. occorre quindi un approccio nuovo che dovra’ passare, nel piu’ breve tempo possibile, dall’adeguamento del sistema normativo, dalla ricerca e dalla sperimentazione di campo”, ha detto il coordinatore del settore vino di alleanza cooperative agroalimentari luca RIGOTTI, aprendo il webinar “nuovi modelli di viticoltura alla luce delle moderne tecnologie genetiche e delle politiche europee”, organizzato da alleanza cooperative agroalimentari. il parlamentare europeo paolo DE CASTRO (s&d) ha ricordato come “siamo tutti d’accordo sull’obiettivo di ridurre la chimica, ma dobbiamo al contempo fornire agli agricoltori strumenti concreti per combatterli. uno straordinario supporto puo’ venire proprio dalla nuova regolamentazione comunitaria sulle tecnologie di miglioramento genetico, che si limitano ad accelerare cio’ che in natura puo’ avvenire senza l’intervento dell’uomo”. DE CASTRO ha quindi ribadito “la netta e totale differenza con gli ogm, che sono invece attualmente vietati da 17 stati membri. va sgombrato il campo da ogni ambiguita’: anche un recente studio della commissione ha precisato la differenza tra vecchi ogm e le tea, le nuove tecnologie di miglioramento genetico, non ci resta che auspicare che la commissione chiarisca definitivamente sul piano giuridico i percorsi autorizzativi delle nuove varieta’. la tempistica e’ in mano alla commissione, ma il parlamento fara’ in modo di accelerare, speriamo entro l’anno”. “non bisogna essere allarmistici sulle raccomandazioni per la lotta al cancro: per ora si tratta di raccomandazioni e non di obblighi legislativi. gia’ dal voto del prossimo febbraio in plenaria al parlamento ue a strasburgo dovremo correggere l’impostazione sull’alcol per differenziare in modo netto la differenza tra il consumo consapevole di vino e l’abuso”, ha aggiunto DE CASTRO. “l’ostilita’ nei confronti dei vitigni resistenti alle malattie e’ un retaggio antico, ma ora le cose sono cambiate e i vini ottenuti da queste varieta’ ha una composizione molto simile a quelli tradizionali. i vitigni resistenti attualmente ammessi alla coltivazione sono moltissimi, con una maggiore concentrazione al nord. in altri paesi europei il sistema e’ molto piu’ semplice: la francia, ad esempio, ha iscritto i suoi vitigni senza alcuna limitazione d’uso e questi possono essere utilizzati tranquillamente per produrre vini dop, con l’obiettivo di valorizzare la produzione di vino a basso impatto ambientale, con una resistenza duratura alle malattie che consenta di ridurre i trattamenti fitosanitari”, ha detto il presidente del comitato vini dop e igp attilio SCIENZA che ha inoltre evidenziato la necessita’ che “si crei una cultura dei resistenti: il lavoro della ricerca e’ importante, ma lo e’ anche quello della comunicazione”. anche michele MORGANTE, direttore dell’istituto di genomica applicata dell’universita’ di udine, ha evidenziato il problema normativo che al momento equipara ancora le nuove tecniche ai vecchi ogm, “pur essendo dal punto di vista dei rischi per l’ambiente e per l’uomo estremamente diverse e molto piu’ simili a quelle del miglioramento tradizionale. il percorso che dovrebbe portare alla revisione dell’attuale normativa si spera possa andare nella direzione di utilizzare la logica e non l’ideologia, per consentirci di poter avere un’agricoltura piu’ rispettosa dell’ambiente e piu’ sostenibile, anche economicamente. e’ importante riuscire a convincere i consumatori, raccontando le cose in maniera diversa e spiegando che siamo all’inizio di una rivoluzione in agricoltura, che ci rendera’ possibile combinare produttivita’ e sostenibilita’, abbracciando le innovazioni”. il direttore del centro ricerca innovazione della fondazione e. mach mario PEZZOTTI ha illustrato il lavoro che la fondazione sta portando avanti in tema di miglioramento genetico e ha evidenziato come “i processi di miglioramento genetico necessitino di tempi tecnici, dai primi incroci fino alle successive selezioni, che possono arrivare fino a 10-15 anni e che vanno poi accompagnati da una forte mole di investimenti di risorse umane, nonche’ dei campi e delle serre sperimentali necessarie ad ospitare i programmi di selezione”. “la ricerca e’ in grado di utilizzare il genoma editing, ma ad oggi la legislazione, che e’ la stessa degli ogm, rende impossibile fare ricerca in campo, dal momento che ci vogliono due anni di burocrazia per gli adempimenti. l’italia non deve aspettare l’europa, possiamo e dobbiamo muoverci subito come paese, cercando di dare ridurre a massimo due mesi i tempi di autorizzazione per la sperimentazione. crea ha sostenuto la proposta di legge presentata lo scorso dicembre insieme al presidente della commissione agricoltura della camera dei deputati filippo GALLINELLA di modifica al decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224 che, se approvato, ci consentira’ di guadagnare almeno tre anni di tempo, con indubbi riflessi in termini di competitivita’, in attesa che l’ue provveda poi a legiferare sull’immissione in commercio dei tea”, ha detto nel suo intervento il direttore di crea stefano VACCARI.