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“inasprire le norme, gia’ esistenti per il feamp, che impediscono l’accesso ai fondi comunitari del feampa per i pescatori responsabili di infrazioni gravi, mai distinte nelle norme europee della pesca da quelle piu’ banali e involontarie. questo lo scopo dell’atto delegato proposto dalla ce che e’ stato respinto il 3 febbraio dalla commissione pesca e ieri dall’aula del parlamento europeo”, afferma un comunicato di alleanza cooperative pesca, che sottolinea: “il voto e’ stato preceduto da un carosello di pressioni della dg mare e delle ong, che non hanno scalfito piu’ di tanto la convinzione degli europarlamentari, informati puntualmente dall’alleanza e dalle principali organizzazioni della pesca degli altri paesi dell’unione sui contenuti e le reali finalita’ della proposta: un accanimento punitivo nei confronti della categoria, oggi al centro di campagne denigratorie ed alle prese con problemi di ogni tipo, dalla mancanza di ammortizzatori sociali per i periodi di fermo, alla riduzione dei giorni annui di attivita’ in mare, all’aumento dei costi di produzione”. “uno schieramento trasversale di eurodeputati – tra i quali si sono distinti gli italiani, ai quali va il nostro ringraziamento – ha reso possibile questo risultato ascoltando i nostri accorati appelli”, aggiunge il comunicato, nel concludere che “un chiaro segnale alla ce, finora verificatosi solo due volte nella storia, con cui il parlamento europeo ha riaffermato la sua centralita’ respingendo un provvedimento dettato piu’ da una deriva ideologica che da reali esigenze di equilibrio, correttezza e proporzionalita’”.