COLDIRETTI, DA UE OK SEMINA ALTRI 200MILA HA IN ITALIA SI’ A IMPORT MA SENZA RISCHI SALUTE

(riproduzione riservata)

“dall’unione europea arriva il via libera alla semina in italia di altri 200mila ettari di terreno per una produzione aggiuntiva di circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione, necessari per ridurre la dipendenza dall’estero. e’ quanto emerge dall’analisi della coldiretti presentata al vertice con il ministro delle politiche agricole stefano PATUANELLI in riferimento alle misure europee adottate per fronteggiare la crisi per la guerra in ucraina con la messa a coltivazione di ulteriori 4 milioni di ettari nella ue per ridurre la dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi, che sta mettendo in difficolta’ la capacita’ di approvvigionamento in italia e nell’unione europea. tra le regioni piu’ interessate ci sono la campania con 10.500 ettari, la lombardia con 11.000, il veneto con 12.300 ettari, il piemonte con 17.544 e l’emilia-romagna con 20.200”, rende noto un comunicato stampa della coldiretti. “con gli interventi straordinari decisi dalla commissione ue puo’ essere garantita all’italia una produzione aggiuntiva stimata dalla coldiretti in circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e di tenero per fare il pane secondo l’analisi della coldiretti, che sottolinea come nel medio periodo si tratti di un quantitativo che puo’ aumentare di almeno cinque volte con la messa a coltura di un milione di ettari lasciati incolti per la insufficiente redditivita’, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccita’ che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua. un obiettivo raggiungibile per l’italia che ha abbandonato negli ultimi 25 anni piu’ di un appezzamento agricolo su quattro (il 28% della superficie coltivabile), perche’ molte industrie hanno preferito approvvigionarsi all’estero speculando sui bassi prezzi degli ultimi decenni anziche’ fare accordi di filiera con compensi equi come propone la coldiretti per stabilizzare le quotazioni e garantire nel tempo l’approvvigionamento. una soluzione che consentirebbe di limitare fortemente la dipendenza dell’italia dall’estero da dove arriva ora circa la meta’ (47%) del mais necessario all’alimentazione del bestiame, il 35% del grano duro per la produzione di pasta ed il 64% del grano tenero per la panificazione, che mette l’intero sistema e gli stessi consumatori in balia degli eventi internazionali”, prosegue la coldiretti. “appare pero’ del tutto insufficiente l’annunciato impiego della riserva di crisi della pac che per l’italia significa un importo inferiore ai 50 milioni di euro i quali, anche se possono essere cofinanziati per il 200%, sono assolutamente inadeguati a dare risposte concrete alle difficolta’ che stanno subendo le aziende agricole, quelle della pesca e gli allevamenti, costretti ad affrontare aumenti insostenibili per energia, mangimi, concimi. insufficienti anche i livelli di aiuto previsti dal quadro temporaneo aiuti di stato per la crisi ucraina, appena pubblicato, che prevede un tetto massimo di 35.000 euro per azienda agricola, ampiamente al di sotto delle reali esigenze”, evidenzia coldiretti. “a livello comunitario servono piu’ coraggio e risorse per raggiungere l’obiettivo fissato dai capi di stato a versailles di ‘migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi'”, ha affermato il presidente della coldiretti ettore PRANDINI nel sottolineare pero’ come sia necessario che “alle importazioni venga applicando il concetto della reciprocita’ negli standard produttivi in modo che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualita’ che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”. “al contrario, va avversato ogni tentativo di ridurre gli standard di sicurezza alimentare con l’autorizzazione di importazioni che mettono a rischio la salute, dal glifosate utilizzato in preraccolta nel grano in canada alle aflatossine cancerogene in eccesso nei mangimi dagli usa fino alla concessione di pericolose deroghe ai prodotti contaminati con principi chimici vietati perche’ pericolosi. a questo proposito preoccupa il richiamo della commissione alla flessibilita’ temporanea ad alcune norme sulle importazioni ma anche le deroghe concesse in italia dove e’ gia’ stato consentito di non indicare nelle etichette degli alimenti la provenienza degli olii di semi indicati, mettendo a rischio la trasparenza dell’informazione ai consumatori'”, ha concluso PRANDINI.