(riproduzione riservata)
la competitivita’ del vino italiano passa da un nuovo modo di comunicare il prodotto, da investimenti mirati con i fondi del pnrr, dall’efficientamento della logistica fatta dal governo e non dalle regioni, dal miglioramento genetico con tecniche innovative come tea e cisgenetica e dall’incremento della redditualita’ della aziende attraverso un migliore posizionamento non solo del prodotto vino ma anche dell’enoturismo, senza dimenticare la necessita’ di agire sul lavoro sia con strumenti di flessibilita’ per quello stagionale che di investimenti per la professionalizzazione di figure in grado di usare i nuovi strumenti dell’agricoltura di precisione. lo ha affermato il presidente di coldiretti ettore PRANDINI durante l’incontro “emergenze e competitivita’ del vino italiano”, organizzato a vinitaly. “tutto quello che facciamo dovra’ essere nell’etichettatura supportata dalla blockchain, cosi’ potremo contrastare l’industria”, ha affermato PRANDINI, che ha aggiunto: “proponiamo noi un semaforo, ma con la percentuale di consumo in grammi affinche’ un alimento possa essere definito verde o rosso”, perche’ il cibo e la sua qualita’ sono patrimonio da non dare per scontato ma da valorizzare”. per ottenere il riconoscimento della qualita’ dei prodotti del made in italy agroalimentare serve fare gioco di squadra a livello politico e tra soggetti economici in un’ottica di sistema paese, come quello fatto per arrivare alla bocciatura da parte del parlamento europeo dell’etichetta con i riferimenti al cancro per il vino, ha ricordato l’europarlamentare s&d paolo DE CASTRO che ha spiegato che “hanno vinto i paesi che hanno una cultura del vino e che sono riusciti a stringere alleanze”. “lo stesso si deve fare per contrastare le altre derive delle industrie”, ha aggiunto. riguardo all’innovazione, DE CASTRO ha sottolineato le “straordinarie opportunita’ offerte dal green deal, le cui sfide possono pero’ essere vinte solo con le nuove tecniche genetiche”. per cambiare le regole dell’ue serve che venga prima affermata la differenza tra ogm e queste nuove tecniche genetiche, ma “la commissione e’ in ritardo nella presentazione di un suo documento”, ha ribadito DE CASTRO. sugli effetti della guerra in ucraina e’ intervenuto il ministro delle politiche agricole stefano PATUANELLI, che ha parlato tra l’altro di sovranita’ alimentare che, a suo parere, puo’ esistere solo a livello comunitario, grazie a strumenti di politica agricola comune. “affrontiamo questa situazione (di emergenza) con armi spuntate”, ha affermato PATUANELLI, dichiarandosi consapevole del fatto che gli imprenditori, per investire anche cofinanziando progetti di psr, hanno bisogno di certezze. per questo “bisogna dare loro fiducia investendo nella qualita’ che abbiamo e sono certo che vogliamo fare del settore primario il settore trainante del nostro paese”, ha concluso PATUANELLI. all’incontro di coldiretti sono intervenuti il direttore generale di veronafiere giovanni MANTOVANI, il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO, il capo di gabinetto del mipaaf francesco FORTUNA, roberto WEBER presidente del centro studi divulga, l’enologo riccardo COTARELLA, sergio CIMINO di rc&consulting, silvano BRESCIANI presidente del consorzio franciacorta e mario PEZZOTTI dell’universita’ di verona.