EMISSIONI INDUSTRIALI: PRANDINI (COLDIRETTI), CON PROPOSTA COMMISSIONE UE A RISCHIO CARNE IN ITALIA

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“la proposta della commissione europea spinge alla chiusura in italia migliaia di allevamenti che si trovano gia’ in una situazione drammatica per l’insostenibile aumento di costi di mangimi ed energia provocati dalla guerra in ucraina”, denuncia il presidente della coldiretti ettore PRANDINI in riferimento all’adozione della proposta di direttiva che allarga il campo di applicazione della norme sulle emissioni industriali ad allevamenti molto piu’ piccoli di quelli gia’ previsti per l’allevamento suino e avicolo e inserisce anche l’allevamento bovino. “la nuova proposta di direttiva estende una serie di pesanti oneri burocratici a quasi tutti gli allevamenti dei settori suinicolo, avicolo e bovino che vengono considerati alla stregua di stabilimenti industriali e dovranno sottostare a rigide norme in materia di controlli ed autorizzazione con livelli di burocrazia e costi insostenibili soprattutto per alcune realta’ marginali situate nelle aree interne. una decisione che colpisce direttamente gli allevatori ed i consumatori in italia che dipende gia’ dall’estero per il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale secondo l’analisi del centro studi divulga. il rischio e’ quello di colpire la produzione nazionale ed europea per favorire le importazioni da paesi extracomunitari spesso realizzate senza il rispetto degli stessi criteri, sanitari, ambientali e sociali richiesti all’interno dell’unione europea”, ha aggiunto PRANDINI. “serve senso di responsabilita’ da parte delle istituzioni nazionali e della ue affinche’ nei prossimi passaggi dell’iter legislativo in parlamento ed in consiglio ue, possa essere profondamente rivista la proposta della commissione, con l’impegno dei ministri coinvolti e degli eurodeputati italiani. l’italia rischia di rimanere senza carne in una situazione in cui gli allevatori italiani devono affrontare incrementi di costi pari al 57% secondo il crea che evidenzia il rischio concreto di chiusura per una buona parte degli allevamenti italiani che si trovano costretti a lavorare con prezzi alla stalla al di sotto dei costi di produzione. in un momento in cui e’ sempre piu’ evidente la necessita’ di puntare sulla sicurezza alimentare e sull’autosufficienza, a bruxelles si rischiano di fare scelte che aprono la strada alla carne sintetica. la carne italiana nasce da un sistema di allevamento che per sicurezza, sostenibilita’ e qualita’ non ha eguali al mondo, consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilita’ elettronica e forme di vendita diretta della carne”, ha concluso PRANDINI.